Il valore predittivo del carico orale di glucosio

Attualità

IL VALORE PREDITTIVO DEL CARICO ORALE DI GLUCOSIO

Per capire basta un’ora

La misura della glicemia sessanta minuti dopo l’assunzione permette di individuare con precisione il rischio di diabete di tipo 2

Nel numero di agosto del 2008 di Diabetes Care, Abdul-Ghani e collaboratori hanno dimostrato che, sia nei soggetti con normale tolleranza al glucosio (Ngt) sia nei pre-diabetici (portatori di una glicemia anomala a digiuno o Ifg o di una intolleranza al glucosio o Igt), il valore della glicemia un’ora dopo il carico orale di glucosio (Ogtt) è un predittore della futura comparsa di diabete di tipo 2 più solido della stessa glicemia dopo due ore. Il valore soglia della glicemia individuato dagli autori al di sopra e al di sotto del quale si riscontra rispettivamente il rischio maggiore o minore di sviluppare il diabete di tipo 2 è 155 mg/dL. Se, insieme con la glicemia alla prima ora inferiore o superiore a 155 mg/dL, si considera poi anche la presenza o l’assenza della sindrome metabolica diagnosticata sulla base dei criteri stabiliti dal Ncep-Atp III/National cholesterol education program-Adult treatment panel III (circonferenza della vita, pressione arteriosa, trigliceridi e colesterolo Hdl) e il valore della glicemia a digiuno, la possibilità di predire la futura insorgenza del diabete di tipo 2 aumenta sensibilmente.
A ulteriore conferma e approfondimento di questi dati, Bardini G. e collaboratori, in un lavoro pubblicato on line su DiabetesCare nel novembre 2009, hanno dimostrato, in un’ampia casistica di soggetti normotolleranti e prediabetici, che i valori della glicemia alla prima ora dell’Ogtt superiori a 155 mg/dL si associano alla presenza di segni di infiammazione subclinica (aumento del fibrinogeno e del numero dei globuli bianchi), dei classici fattori di rischio cardiovascolare (aumento dei rapporti trigliceridi/colesterolo Hdl e colesterolo totale/colesterolo Hdl e dell’acido urico) e di una riduzione della sensibilità all’insulina che, di per sé, rimanda alla sindrome metabolica.
Questi risultati, nel loro insieme, indicano nel valore della glicemia rilevato dopo un’ora dal carico di glucosio uno strumento utile, non solo ai fini della individuazione dei soggetti che presentano il maggior rischio di sviluppare il diabete e le malattie cardiovascolari, ma anche per confermare, in questa categoria di soggetti, quelli che possono maggiormente beneficiare di un trattamento, oltre che con le modificazioni dello stile di vita, con una terapia farmacologica a base di metformina. (P.B.)