“…Da partecipante “anziano” di diabete devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere che il collante di tutta l’esperienza è e rimane il GRUPPO, anche in tempi nei quali l’individualismo è preponderante. Il campo, rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 ed i 20 anni ha visto la partecipazione un po’ allargata, in un senso e nell’altro, della fascia d’età: dalla terza media sino all’università ed oltre.
Ho notato che nei se pur brevi lavori svolti assieme in Rifugio, nessuno, quando è arrivato il momento di esprimersi e raccontare di sé, ha passato la mano, anzi mi è proprio sembrato che la voglia di condivisione fosse tanta ed ognuno ne avesse bisogno, quel bisogno che fa sentire le persone parte di una sola cosa.
Questo diabete lo hanno voluto sentire tutti più proprio, prendendo in mano le redini per poter ben riuscire ad autogestirsi nella vita, sia essa scolastica, lavorativa e di relazioni continue come dovrebbe essere.
In questo conteso ben si è inserita la MONTAGNA, la quale, non a caso, ha occupato tutto il tempo necessario per vivere questa dimensione nel migliore dei modi…”
E’ un breve estratto dal un post pubblicato sulla pagina Facebook dell’A.D.I.Q (Alpinisti diabetici in quota).
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