In dubbio la possibilità di raggiungere la vetta

20/7/04 In dubbio la possibilità di raggiungere la vetta

Un boato scuote la notte ed il sonno di chi si gira nello stretto sacco a pelo e cerca il riposo nel duro materassino. E’ un boato lontano e non mi preoccupa. Molto più fastidioso e preoccupante è invece il ticchettio costante e continuo sulla tenda: nevica ancora. E’ una neve fastidiosa, che fa pochi centimetri di strato destinato a sciogliersi in poche ore, ma che non lascia speranza di miglioramento meteorologico. Anche il vento che soffia le nuvole contro le pareti e le cime non è di aiuto in questo momento finale del nostro viaggio. Il boato si esaurisce lontano, ma la mente comincia a galoppare e fantasticare giornate di sole che non ci sono. Un ragionare a mente fredda e pragmatica mi porta a pensare che non avremo occasione di provare a salire il Broad Peak. I giorni a disposizione sono pochi, le previsioni meteo sfavorevoli, la quantità di neve accumulata tra i 7000 ed i 7800 metri è notevole ed il rischio di valanghe è elevato. La somma di questi elementi richiede prudenza ed un’alta capacità per valutare il percorso che dovremmo affrontare per poter salire. L’umore e la speranza di avere alcuni giorni di bel tempo è ancora molto alta in noi, ma lentamente si affievolisce con il passare dei giorni, delle ore e con il non mutare delle condizioni meteo. Questa mattina è iniziata spontanea e gioiosa una battaglia di palle di neve. Ci siamo poi rivolti verso il cuoco, l’aiuto cuoco ed il portatore che sono stati coinvolti in questo gioco, con imbarazzo all’inizio e sempre più partecipazione poi. Siamo in Pakistan per vivere un’esperienza totale, coinvolgente, globale. Dall’arrivo ad Islamabad, poi lungo la Karakorum Highway, sui sentieri del Baltoro e la lunga, non facile attesa al campo base. La vetta del Broad Peak rimane un punto di neve sospeso nel cielo. Forse riusciamo a salire lassù, forse rimarrà un punto sospeso nel nulla, ma questo non deve, spero, cambiare la nostra voglia di salire le montagne del mondo. Il gioco dell’andare in Himalaya, del percorrere le Alpi, del camminare sui sentieri vicino a casa è troppo forte in noi e se la fortuna in questa occasione non ci sta aiutando… sarà per la prossima volta.
Per il momento i miei occhi sono riempiti di mani che impastano “ciapati”, di bocche che cantano ritmi balti, di occhi che ti scrutano per capire chi sei. Chi sono? Una formica che si muove nel ghiacciaio e cerca un raggio di sole per asciugare le membra.

Giampaolo Casarotto

ADIQ