INCHIESTA – I DATI DELL’OSSERVATORIO ARNO-DIABETE

In Italia si spende meno

Il confronto con i dati dell’Ada vede il nostro Paese meno appesantito dalle spese: i costi diretti per persona sono un terzo di quelli americani. Ma anche da noi l’onere economico aumenta a gran velocità

I dati dello studio dell’Ada sui costi del diabete in Usa sollecitano un confronto con quelli che riguardano l’Italia. I più recenti risalgono al 2010 e si basano sul lavoro dell’osservatorio Arno-Diabete, frutto della collaborazione tra la Sid (Società italiana di diabetologia) e l’osservatorio Arno del Consorzio interuniversitario Cineca. Negli Usa risultano affette da diabete 26 milioni di persone, altre 79 milioni si trovano in condizione di prediabete, ma le proiezioni per il 2050 preannunciano che un americano su tre svilupperà la patologia. In Italia, le persone con diabete sono oltre 3 milioni e quelle con prediabete quasi 2 milioni, con proiezioni che indicano in circa 6 milioni le persone con diabete nel 2030.

Commenta un esperto, Giulio Marchesini, professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione presso l’Università di Bologna: “Il costo totale diretto del diabete in Italia viene stimato nel nostro Paese intorno ai 9 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche il costo dei presidi e della distribuzione diretta di alcuni farmaci, non presente in Arno, si può arrivare facilmente tra i 10 e gli 11 miliardi di euro (circa 14 miliardi di dollari) per una popolazione di 60 milioni di italiani e il 5% di prevalenza del diabete. Mancano in Italia dati solidi sui costi indiretti del diabete (guadagni perduti, giornate lavorative perse, eccetera)”.

Osservando i dati americani, secondo Marchesini, “si evince che il nostro sistema è molto più economico; anche aggiungendo spese personali non conteggiate (visite in libera professione e acquisto diretto di alcuni farmaci), per certo non si giunge al costo diretto di 13.700 dollari (oltre 10mila euro) a persona degli Stati Uniti. In Italia la spesa annuale per una persona con diabete si attesta infatti intorno a 3.500 euro, un terzo del costo degli Usa”.

“Anche in Italia come in Usa, comunque -prosegue Marchesini- il costo per persona con diabete è di 2,2-2,5 volte superiore a quello del costo sanitario di una persona senza diabete, espressione delle molteplici complicanze della malattia, in particolare cardiovascolari. La percentuale di spesa per farmaci, ricoveri, servizi, è molto simile tra Italia e Stati Uniti. In Italia i ricoveri ospedalieri coprono il 57% del costo calcolato sui dati amministrativi (ma circa il 45% dei costi totali diretti, come negli Usa); il costo dei farmaci è intorno al 22-25% del totale (contro il 30% degli Usa, considerando una spesa del 12% per i farmaci antidiabetici e del 18% per i farmaci per le complicanze del diabete); quello della specialistica ed esami di laboratorio e strumentali intorno al 10% (negli Usa 9% per le sole visite).Vale comunque la pena di inquadrare il problema nella spesa sanitaria globale. Ricordiamoci che gli Usa spendono oggi oltre il 17% del Pil per la sanità, contro un 9% della spesa in Italia (inferiore alla media Ocse)”.

Se le cifre italiane sono meno pesanti di quelle statunitensi, non per questo si può sottovalutare la questione dei costi: “L’Osservatorio Arno-Diabete -sottolinea infatti Marchesini- ci conferma che, come negli Stati Uniti, anche in Italia il peso economico del diabete, come quello di altre malattie croniche non trasmissibili, si va facendo insostenibile. Tra il 2006 e il 2010 l’aumento del costo totale diretto del diabete per il sistema sanitario nazionale è stato di circa il 20% (circa 1,4 miliardi di euro) e le proiezioni per il futuro non sono favorevoli. Occorrono strategie per favorire la prevenzione del diabete e delle sue complicanze, per limitare la spesa dei ricoveri nelle fasi avanzate”.