Le persone che convivono con il diabete devono abituarsi presto alle iniezioni con l’insulina. La fase della diagnosi porta con sé l’accettazione, la riorganizzazione della propria vita e allo stesso tempo la necessità di imparare a condurre una vita il più possibile normale. Sport, alimentazione e terapia sono i tre pilastri costanti per questa malattia cronica.
La terapia è uno degli elementi di cui si è parlato al congresso mondiale dell’International Diabetes Federation a Vancouver (Canada). In particolare sono state analizzate le risposte ottenute attraverso uno studio chiamato Perception of Control (POC): un sondaggio online al quale hanno risposto 300 medici e circa 1000 adulti con diabete di tipo 2 non controllato (con valore di emoglobina glicata, HbA1c superiore a 8%) da un trattamento con insulina basale in Gran Bretagna, Svezia e Svizzera. Sono inoltre state raccolte informazioni da un gruppo di controllo di 295 adulti con diabete di tipo 2 controllato (con valore di emoglobina glicata, HbA1c inferiore a 7.5%), sempre da un trattamento con insulina basale.
I medici e le persone con i pazienti sono stati coinvolti per comprendere come viene percepito il controllo sul diabete e di conseguenza identificarne gli ostacoli che rallentano il raggiungimento degli obiettivi di cura. In pratica i ricercatori hanno voluto capire cosa significhi “controllo del diabete” sia per le persone con diabete sia per i medici, quale sia l’impatto percepito del diabete di tipo 2 non controllato sulla vita quotidiana e infine se siano disponibili a intensificare la terapia insulinica.
Cosa si è scoperto? La terapia insulinica desta qualche preoccupazione e non poche remore. Paura di ingrassare, di andare in crisi ipoglicemica e di doversi sottoporre a un numero eccessivo di iniezioni. Le persone con diabete di tipo 2 che si somministrano l’insulina una sola volta, associandola ad altri farmaci antidiabetici nel corso della giornata, preferiscono non sottoporsi a più iniezioni.
Il 45 % non vuole per paura di ingrassare, il 44% non accetta che la sua malattia sia peggiorata, il 41% teme le crisi ipoglicemiche e non vuole sottoporsi a più iniezioni in un giorno. Il medico, dal canto suo, non vuole aumentare le iniezioni di insulina perché il paziente non è d’accordo oppure per gli episodi di ipoglicemia. I medici, inoltre, sono preoccupati di consigliare un’intensificazione della cura in persone con malattie o alterazioni dello status mentale (48%), scarse capacità cognitive (46%) o in caso di dubbio sulla corretta adesione alla cura (41%).
«Capire in che modo medici e pazienti prendano decisioni a proposito dell’intensificare la cura con l’insulina può migliorare il rapporto e il dialogo tra medico e paziente e favorire, laddove necessario, questo delicato passaggio nella vita di una persona con diabete – commenta Meryl Brod, fra i ricercatori del progetto POC. – Rispondere alle preoccupazioni dei pazienti, fornendo loro più informazioni, può facilitare questo processo, aumentando il numero di chi decida di accettare di cambiare la propria terapia per raggiungere un miglior controllo del diabete».
Fonte: Aboutpharma