Ipoglicemia: un salvataggio in spiaggia

 

Sulle spiagge di Vada, località turistica e balneare in provincia di Livorno, una donna con diabete ha avuto una crisi ipoglicemica. In suo soccorso è accorso il bagnino, un giovane di 23 anni, Giacomo Cubeddu, che non solo ha saputo mettere in pratica le norme di primo soccorso apprese per svolgere il suo lavoro, ma grazie alla conoscenza del diabete, ha saputo esattamente come comportarsi.

Cubeddu nota i comportamenti della donna mentre gioca con la figlia: movimenti strani, una caduta e infine la conferma dei suoi sospetti di ipoglicemia chiedendo a una parente della donna se quest’ultima fosse diabetica.

Lo spirito di osservazione tipico del suo lavoro ha aiutato Giacomo Cubeddu, ma non solo: il giovane ha scoperto cinque anni fa di avere il diabete di tipo 1 e ha riconosciuto i sintomi di una crisi ipoglicemica.

«Anch’io sono diabetico – dice Giacomo – da cinque anni ho scoperto di avere il diabete di tipo 1, insulinodipendente».

Il giovane ha utilizzato il suo glicometro per misurare la glicemia alla donna e infine ha cercato di somministrarle una bevanda zuccherata che aveva con sé nello zaino per le emergeze.

«Le misuro la glicemia e la macchinetta mi dice che è sotto i 30. Cerco di darle la bevanda ma inizialmente lei ha la bocca serrata perché stavano iniziando le crisi epilettiche. Dopo vari tentativi riusciamo a farla bere, piano piano dopo circa 4 bicchieri e facendo passare 15 minuti, la donna riesce a riconoscere la sorella, anche se non è ancora cosciente di ciò che le sta succedendo». Nel frattempo arriva l’ambulanza.

Il messaggio del bagnino è chiaro: se non ci fosse stato lui che conosce il diabete e sa cosa fare all’occorrenza, è probabile che le conseguenze sarebbero state ben più gravi. Informarsi, conoscere la patologia e le sue complicanze è fondamentale per ridurre i rischi.

«Il problema – dice Giacomo – è che molti, troppi non conoscono il diabete. Se non ci fossi stato io, proprio perché sono diabetico, poteva andare molto peggio, con cose come queste si rischia il coma. Mi piacerebbe che le persone fossero più informate, perché il diabete è una malattia assai diffusa. Ma se informati si può tranquillamente conviverci come faccio io».

Fonte: Il Tirreno