A.D.I.Q. ~ Alpinisti Diabetici In Quota: progetto “Karakorum ~ Broad Peak 2004”
Il progetto
Gli Alpinisti Diabetici In Quota sono in partenza per un nuovo viaggio, instancabilmente ed immancabilmente verso un’altra montagna. Dopo la felice esperienza vissuta in Tibet nell’autunno del 2002, sul Cho Oyu, la Dea della Pietra Turchese di 8201 metri nell’Himalya, zaino in spalla, sono pronti a ripartire. Questa volta la passione degli alpinisti diabetici del gruppo ADIQ ha posato lo sguardo sulle alte vette e sugli ampi spazi del Karakorùm, in Pakistan, nella regione del Baltistàn, terra di rara bellezza sospesa sul tetto del mondo tra l’altopiano del Pamir, il Kashmir indiano e la catena dell’Hindu Kush. Tre di noi insieme ad un’affiatata squadra di alpinisti non diabetici proverà a salire in alto su di un picco di 8000 metri, il Broad Peak, più precisamente di 8047 metri. Da mercoledi 16 giugno e per le successive sette settimane vi racconteremo storie di vita, di diabete, di alti e di bassi, di difficoltà e di grandi emozioni. Le nostre narrazioni spazieranno dagli abituali ambiti del diabete, perché questa è una storia singolare. Come tanti lettori di questo sito vivere il diabete significa ritrovarselo tutte le mattine accanto ed accomiatarlo con la buona notte la sera. Per noi di ADIQ significa anche caricarselo nello zaino, legarselo alla corda, dividere gli angusti anfratti della tendina in alta quota e molto altro. Tenteremo di descrivere questo “altro”.
La montagna e un po’ di storia
Phalchan Kangri è il nome ufficiale baltì della montagna, ma anche i locali lo chiamano Broad Peak. Un tempo il Baltistan era una terra misteriosa, incroco di razze, idiomi ed etnie. I Baltì, i Ladaki, i Kohistani, i Kashmiri sono le genti ed i popoli che abitano ed appartengono a queste aspre valli, induriti e forgiati da una vita severa e dall’inutilità di una spietata guerra tra il governo Pakistano ed Indiano per il territorio del Kashmir. Il Broad Peak si trova sul ghiacciaio Goldwin Austen, ramo sinitro del ghiacciaio del Baltoro sulla catena del Karalorùm, poco dopo aver superato la confluenza del Circo Concordia di fronte al celeberrimo K2, la seconda più alta vetta del mondo. Le prime esplorazioni della regione montuosa risalgono tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900 maturate dai coniugi Bullok~Workman, una coppia di americani che avevano cominciato col girare l’Asia in bicicletta. Nel 1892 l’inglese Martin Conway, giunto nella parte superiore del Baltoro, decise di chiamarla “Circo Concordia” perché d’aspetto simile alla confluenza del ghiacciaio Aletsch, in Svizzera, anche se di dimensioni più vaste. Guardando verso il K2, gli venne in mente il Breithorn di Zermat, in inglese Broad Peak. In un primo momento fu assegnata una quota più elevata a questa montagna, anche da parte del Duca degli Abruzzi, di circa 8207 metri, ma fu poi misurata da Ardito Desio agli attuali 8047 metri ufficiali.
L’ascensione
La via di salita normale alla Cima Larga (Broad Peak), parte dal campo base posto sulla morena del ghiacciaio Goldwin Austen (4950 mt.) e sale lungo la cresta dello sperone Ovest, fiancheggiata da profondi dirupi ghiacciati, fino a giungere ad una piattaforma sporgente a quota 5600 dove è collocato il primo campo. Si continua poi superando pinnacoli rocciosi e l’ampio dosso del ghiacciaio superiore, posando lungo di esso due campi ad alta quota, a 6200 mt. ed a 7100 mt. c.a., fino a raggiungere una forcella a quota 7800 mt. alla base del gruppo roccioso sommitale. Le difficoltà della cresta finale molto esposta sono discordi poiché variano di anno in anno a seconda dei mutamenti climatici. I primi salitori trovarono la cresta molto innevata mentre negli ultimi anni sono sempre più le rocce ad affiorare rendendo così la salita finale sempre imprevedibile.
I narratori
A raccontare il viaggio saranno gli alpinisti diabetici Daniele Mirolo e Marco Peruffo. Con loro ci sarà anche l’alpinista diabetica inglese Nikki Wallis ma per difficoltà di “translation” saranno in prevalenza gli amici italiani ad aggiornare le news.
Daniele Mirolo: di Treviso, ha 36 anni e di professione è ingegnere civile e lavora presso l’Amministrazione Comunale di Vedelago, piccolo comune della marca trevigiana, in qualità di responsabile dell’Ufficio Tecnico. Curioso viaggiatore ha visitato molti luoghi in giro per il mondo: Nepal, Patagonia, Egitto, Madagascar sono solo alcune delle mete raggiunte. Dopo alcune vacanze così trascorse si è avvicinato alle alte vette prendendo parte all’iniziativa D.I.S.K. 2002 ~ Diabetici Italiani Sul Kilimanjaro, durante la quale ha raggiunto il bordo del cratere del Kilimanjaro a Gilman’s Point situato ad una quota di 5680 metri circa. Sempre nello stesso anno ha aderito al gruppo ADIQ partecipando alla spedizione scientifico-alpinistica sul Cho Oyu, in Tibet, sulla catena dell’Himalaya arrivando fino al campo base avanzato a quota 5800 metri per sviluppare il protocollo scientifico. E’ diabetico insulino trattato dal 1993 e da poco più di un anno utilizza il microinfusore per la terapia insulinica. Attualmente è il responsabile della prossima iniziativa a livello associativo ADIQ, il “diabtrek 2004”.
Marco Peruffo: di Vicenza. Lavora come funzionario amministrativo presso l’A.S.L. del capoluogo vicentino, ha 35 anni e dall’età di 9 è diabetico insulino trattato. Marco, metro dopo metro sale e scala, prima sulle brevi pareti delle Piccole Dolomiti vicentine, poi sulle Dolomiti e sulle Alpi e recentemente anche in giro per il mondo. Dal 1999 frequenta l’alta quota annoverando diverse spedizioni extraeuropee all’attivo: in compagnia di Vittorio Casiraghi giunge in vetta al Cerro Aconcagua (6962 m) con il progetto IDEA2000 dopo aver salito in precedenza sulla Cordillera Blanca peruviana i Nevadi Alpamayo (5946 m) ~ via Ferrari, Pisco (5756 m), Urus (5495 m) e Nevado Ishinca (5553 m) per la vie “normali”. Partecipa all’inziativa D.I.S.K. 2002, in Africa, raggiungendo il punto più alto del Kilimanjaro (5985 m) ed il Monte Kenya (5199 m). Marco, infine, il 3 ottobre 2002 ha coronato il sogno e l’obiettivo per il quale lo stesso gruppo ADIQ è stato inizialmente costituito: riesce nell’ascensione degli 8201 metri del Cho Oyu, la Dea Madre della Pietra Turchese, in Tibet, sulla catena dell’Himalaya. Scostante nel carattere ha trovato continuità ed intensità di stimoli solo nell’alpinismo: grazie ad esso ha iniziato a prendersi cura di se stesso e del suo diabete capendo che non avrebbe avuto alcun futuro alpinistico senza una conoscenza approfondita delle diverse problematiche sottese al diabete e di conseguenza di un buon controllo metabolico. In anni in cui la pratica sportiva era ancora culturalmente un’eccezione e non la regola per la cura del diabete, Marco ha coltivato la passione per l’alpinismo comprendendo il ruolo positivo che l’alpinismo stava man mano guadagnando nella sua vita
Nikki Wallis: vive nel Galles, ha 33 anni ed è socia del Club Alpino di Londra. E’ laureata in biochimica e biologia molecolare presso l’università di Wales in Bangor. Inizia ad arrampicare in Sud Africa dove vive con la famiglia, poi continua nelle Alpi italiane e svizzere. Nel 1994 scopre di essere diabetica di tipo 1 ma, iniezione dopo iniezione, cerca di normalizzare la sua vita anche se deve rinunciare a proposte interessanti di lavoro a causa della malattia. Trova uno sbocco professionale come ranger nel Parco Nazionale della Snowdonia, prima donna ad essere ammessa a questo incarico. Dedica il suo tempo libero al Soccorso di Montagna e alla preparazione di unità cinofile per ricerca, nonché allo studio del pianoforte, sua grande passione. Nonostante lo stress causato dalle forti tensioni in seguito ai numerosi interventi di soccorso, riesce a gestire la malattia con abilità e provando nuove combinazioni quali iniezioni multiple giornaliere o insulina sottocutanea continua. Arrampica prevalentemente in Inghilterra ma, numerosi sono i suoi viaggi in Svizzera, Italia, Francia, nord America dove si cimenta con pareti e difficoltà di vari livelli. Nikki ama ricordare alcune date particolarmente importanti e cioè: 1998 – responsabile del Soccorso di Montagna; 1999 – prima donna ranger presso il Parco Nazionale di Snowdonia dove sono collocate le più alte cime del Galles e dell’Inghilterra; 2003 – prima donna responsabile del Soccorso e delle ricerche con unità cinofile.Insieme all’alpinista inglese Jerry Gore fonda nel 2001 il gruppo M.A.D., acronimo di Mountains for Active Diabetics, gruppo che coniuga la passione per le attività in ambiente montano svolto insieme a soggetti affetti da diabete. Nikki nella primavera del 2003 ha organizzato il I^ Meeting Internazionale di Diabete e Alpinismo in Galles.