Trasferta americana per Mauro
Mauro Sormani affronta due gare internazionali di sci di fondo. Ancora una volta il diabete non gli impedisce di piazzarsi tra i primi.
Di Mauro Sormani
KESKINADA QUEBEK CANADA
Tutto bianco, quando guardo dal finestrino dell’aereo prima dell’atterraggio. Stiamo per arrivare a Montreal in Canada nella regione del Quebek. I fiumi intorno alla città e i laghi sono paralizzati dal gelo e le foreste di abeti hanno ancora cristallizzata la neve sui rami.
Noleggiamo un auto con la famiglia Fazzini e raggiungiamo Ottawa, capitale del Canada.
Alle 8 siamo già alloggiati in un comodo Hotel a 8 km dalle piste da sci, io e Fausto siamo letteralmente distrutti dal fuso orario e dal viaggio e siamo costretti a coricarci sperando in un rapido adattamento al nuovo orario.
Mio malgrado, alle 4 sono già pimpante e fatico a riprendere sonno, guardo dalla finestra: – 16 gradi C. e 15 cm. di neve fresca; ritorno a letto anche se consapevole di non chiudere occhio.
Alle 8, mi copro pesantemente, faccio colazione e mi reco in pista. Il parco di Gatineau, dove si svolge la Keskinada, è situato a nord ovest della città ed è formato da boschi di larici e faggi. La zona ondulata e con parecchie colline che salgono fino a 550m slm offrendo nelle giornate di buona visibilità un panorama incantevole su tutta la regione. Le piste da fondo regolarmente battute, si snodano per 300 chilometri in un ambiente molto vario e severo. La maggior parte sono strade che portano nelle riserve naturali che in inverno non vengono utilizzate proprio per la difficoltà nel tenerle pulite.
Con l’arrivo del sole esco timidamente dal centro fondo per una ricognizione del percorso. La neve molto fredda ed asciutta appare lenta ed il tracciato risulta a prima vista selettivo. Chiedo parecchi consigli alle persone locali e passo parecchio tempo ad ascoltare le previsioni del tempo; ci sono canali televisivi interamente dedicati a questo! Tutti assicurano una giornata fredda e secca.
Il giorno successivo lo dedico in gran parte alla scelta e alla preparazione degli sci; nel pomeriggio visito il concorso di sculture di ghiaccio e la sera ceno con la famiglia Fazzini in un locale italiano che offre un buffet a base di pasta.
Sveglia alle 6; dopo aver fatto colazione con del te e biscotti, ci rechiamo al centro fondo; – 20 e 35% di umidità, non ho mai gareggiato con un freddo così. Cerco di tenere sempre calde le mani e i piedi con i doppi guanti e i copri scarpe, metto il passamontagna ed alcuni cerotti sul viso in modo da evitare ustioni da freddo. Alle 9 partiamo, sto bene e non mi sento particolarmente infreddolito. La salita è lunga 13 chilometri e nel tratto finale diventa impegnativa. I primi se ne vanno e resto in compagnia di 6 canadesi. Ora il ritmo è regolare, cerco di bere il più possibile e di alimentarmi in modo corretto, nonostante la fatica. Il percorso ondulato lascia spazio nel tratto finale a delle lunghe discese che riportano i concorrenti in prossimità della città. Mi accorgo di avere degli ottimi sci che mi permettono di raggiungere e superare qualche avversario. Mancano 2 chilometri, so di essere 10° ma sull’ultima salita mi raggiunge un concorrente. Mi accodo e aspetto il rettilineo finale. Ecco gli ultimi 100m, sprinto e lo supero un attimo prima del traguardo conservando così la decima posizione assoluta.
Sul display del mio Ascensia Elite appare 175: una buona gestione, mi sento soddisfatto. Mi cambio ed aspetto i fratelli Fazzini anche loro in gara. Terminano anch’essi con dei buoni piazzamenti e sono entusiasti. È andata bene, la prossima gara si svolgerà negli Stati Uniti il sabato 27. Abbiamo quindi il tempo di visitare la città ed i parchi con calma nei giorni rimanenti.
Il lunedì rimaniamo ad Ottawa, passeggiamo davanti al parlamento ed alla Suprema Corte canadese per poi recarci nella famosa Downtown. Noleggiamo dei pattini da ghiaccio ed attraversiamo la città da sud a nord sul letto del fiume Ottawa completamente ghiacciato. È la pista da pattinaggio più lunga del mondo: 24 km che dividono la regione del Quebek, colonia francese da quella dell’Ontario, colonia anglosassone. Partiamo alla volta di Toronto dove ci aspettano panorami emozionanti che non vogliamo lasciarci sfuggire.
La prima sosta è la naturale di Montebello. Attraverso un circuito automobilistico, all’interno del quale è vietato scendere dal veicolo, abbiamo modo di ammirare e fotografare alcune specie di animali protette: alci, cervi, camosci, cinghiali, lupi, coyote ed infine l’orso bruno.
Giungiamo a Toronto in serata; cena abbondante a base di pesce in un ristorante cinese e nella mattinata successiva ci rechiamo alle cascate del Niagara. Non potevamo proprio perdercele! 600.000 litri d’acqua al secondo che precipitano per 55 metri da un salto di roccia a forma di ferro di cavallo: sono uno scenario davvero emozionante! Scendiamo con un ascensore per avere una visione ravvicinata, poi attraverso una galleria scavata nella roccia, raggiungiamo il centro delle cascate ma il clima troppo rigido ferma lo sguardo davanti ad un’enorme colata di ghiaccio.
E’ il nostro ultimo giorno in Canada, abbiamo ancora la famosissima CN Tower da visitare, che con i suoi 533 metri è l’edificio più alto del mondo. La funzione principale di questa struttura è la comunicazione ma in cima alla torre ci sono 2 terrazze panoramiche: una all’aperto e l’altra, posta su un livello più alto, ha uno speciale pavimento di vetro. Un ascensore anch’esso di vetro ci porta in un batter d’occhio in cima all’edificio. E’ il tramonto di una giornata ventilata e da questa posizione possiamo ammirare l’orizzonte fino a 160 chilometri di distanza. Impossibile non trattenersi sulla cima fino all’imbrunire; la città ed i palazzi illuminati offrono un panorama unico.
KESKINADA 50 km tecnica libera
10° classificato assoluto 2h 20′ 45”
AMERICAN BIRKEBEINER WISCONSIN STATI UNITI
Di nuovo in aereo; questa volta atterriamo a Minneapolis, Stati Uniti, Minnesota. Con un furgone a noleggio risaliamo tutta la campagna che ci separa dal Wisconsin, stato dove avrà luogo la prossima gara. A tarda sera raggiungiamo l’hotel ad Hayward.
Il paese, anche se già in festa, è molto tranquillo. Sono solo 2500 abitanti ma questa manifestazione è molto sentita e con i suoi 9000 partenti è la più importante d’America per lo sci da fondo.
Una nevicata notturna ci dà il solito benvenuto. Finalmente non fa freddo e per la prima volta ci sentiamo a nostro agio. Mi accingo al mio solito rituale: la consueta prova del percorso e scelta degli sci il giorno precedente alla competizione. Approfitto per fare una chiamata a David (amico diabetico americano, futuro componente di ISLET 2005 ed organizzatore del progetto IDEA 2000) dopo di che scegliamo accuratamente il locale in cui cenare. Il menù del giorno esposto all’ingresso prevede un pasta party: perfetta alimentazione pre gara, seguita da un piatto di verdure miste. Alle 5 suona la sveglia; la glicemia è buona, 149, faccio 3,5 u di bolo e corro a fare colazione: un tè con alcuni biscotti. La partenza è prevista alle ore 8 e di conseguenza ho ancora molto tempo. Incuriosito controllo la situazione meteo, – 4 gradi f. equivalenti a – 20 gradi centigradi proprio in centro paese; un freddo mostruoso. Sono quindi costretto a cambiare gli sci e la paraffina, faccio tutto nel minor tempo possibile e per le 7 siamo tutti pronti per recarci sulla linea di partenza. Mancano esattamente 15 minuti quando prendo posto nel mio gruppo. Fabio Selle, allenatore della squadra nazionale gran fondo mi comunica che siamo a – 25. Non sento comunque freddo e mentre arrivano le prime occhiate di sole partiamo. Alla prima salita la squadra italiana prende il comando della gara ed un gruppo di una decina di concorrenti si allontana con loro. Ora siamo in 15 persone, il percorso che presenta strappi consecutivi non dà possibilità di recupero. Sono sempre in affanno e così riesco ad idratarmi solo 2 volte. Esagero nell’utilizzo dei carboidrati liquidi, sono molto assetato ma ormai mancano pochi chilometri. Resisto, tengo la mia posizione e giungo sul rettilineo d’arrivo solo. Ci sono 15.000 spettatori, nemmeno alla Vasaloppet ne avevo visti così tanti; sono 27°. Marco Cattaneo domina la gara e balza in testa alla classifica di coppa del mondo di gran fondo. Ho la glicemia un poco alta, mi affretto nel somministrarmi un bolo di insulina e torno sul traguardo giusto in tempo per assistere all’arrivo dei miei compagni di viaggio; Fausto, Aldo e Gerolamo. Concludiamo la giornata con una meritata sauna, un bagno turco e qualche ora di sonno prima della festa serale preparata dall’organizzazione in onore di tutti i concorrenti. La voglia di festeggiare è tanta ma la stanchezza ha il sopravvento…. A mezzanotte decidiamo di ritirarci nelle nostre stanze.
AMERICAN BIRKEBEINER 50 km Tecnica Libera
27° classificato assoluto 2h 12’45”