La camminata che dà salute

PREVENZIONE E TERAPIA – PROGETTO PILOTA DEL GRUPPO MULTIMEDICA

Il fitwalking, l’arte di camminare bene, come risorsa terapeutica per la cura del diabete e delle malattie cardiache: trenta pazienti dell’Ospedale San Giuseppe di Milano seguiti da istruttori specializzati per misurare i benefici dell’esercizio fisico mirato e regolare

Siamo sicuri di saper camminare? Facile rispondere “Sì, certo”. Ma probabilmente non è proprio così.
Non soltanto camminiamo troppo poco, così come in generale facciamo poco movimento, ma non conosciamo neppure la giusta modalità, quella che più giova alla nostra salute e che ormai ha anche un nome preciso e una vera e propria codificazione tecnica: il fitwalking, che si potrebbe tradurre con “camminare per la forma fisica”, come suggerito dal sito ufficiale www.fitwalking.it.

Si tratta di una pratica che non è semplicemente piacevole, ma che può anche diventare un vero e proprio strumento di prevenzione e cura del diabete e delle malattie cardiovascolari.

A Milano il Gruppo MultiMedica ha deciso di puntare sul fitwalking proprio come risorsa terapeutica, rivolgendosi a colui che nel corso di un decennio ne ha messo a punto e sviluppato la tecnica: Maurizio Damilano, grande campione di marcia, oro olimpico a Mosca nel 1980, due volte campione del mondo nei 20 km e una ventina di volte campione d’Italia su diverse distanze.
“Il fitwalking è più facile da fare che da spiegare”, sintetizza Damilano con una battuta.

La tecnica implica però una serie di movimenti e attenzioni che di solito trascuriamo: dal corretto appoggio del piede, centro motore dalla camminata, alla spinta energica delle gambe; dall’oscillazione delle braccia, piegate ad angolo retto, in sintonia ritmica con il moto degli arti inferiori, alla postura del busto, eretto ma non impettito (un’idea di tutto questo possono darvela le foto in queste pagine). Il risultato finale rende la camminata più fluida e spedita ed è davvero salutare.

Multimedica ha quindi deciso di proporre il fitwalking ai propri pazienti dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, sostenendone il valore terapeutico e preventivo.
La sperimentazione, presentata ufficialmente con la partecipazione dello stesso Damilano e della modella e attrice ceca Alena Seredova quale testimonial- è partita proprio in questi mesi con il coinvolgimento di tre gruppi di pazienti diabetici, 10 di tipo 1 e 20 di tipo 2, suddivisi per fasce di età, seguiti da istruttori opportunamente formati. I gruppi saranno sistematicamente controllati in modo da verificare l’effetto diretto di questa pratica sul loro diabete.

Spiega Stefano Genovese, responsabile dell’unità di diabetologia e malattie metaboliche di MultiMedica: “L’attività fisica migliora la sensibilità dell’organismo all’azione dell’insulina sia attraverso la riduzione del peso, e di conseguenza dei grassi circolanti nel sangue, sia grazie a una azione diretta sui muscoli, che diventano molto più sensibili all’insulina e quindi metabolicamente più efficienti. Il fitwalking, in particolare, è una disciplina sportiva che aiuta il corpo a equilibrare il proprio metabolismo: è una camminata di tipo sportivo a differenti livelli di intensità e di durata (a seconda dell’efficienza fisica e del grado di allenamento), con una forte valenza terapeutica.

È particolarmente indicato per i pazienti con diabete di tipo 2 perché può essere praticato quasi a tutte le età e non richiede strumenti o spazi dedicati. Servono solo un abbigliamento adeguato, il tempo e sopratutto la volontà.
È dimostrato che, nei soggetti a rischio di diabete, un approccio terapeutico basato su attività fisica e dieta riduce il rischio di sviluppare la malattia del 60%, mentre un trattamento farmacologico abbassa il rischio del 30%. Nei pazienti già diabetici l’attività fisica migliora la glicemia e l’emoglobina glicata e riduce anche gli altri principali fattori di rischio cardiovascolare”.

Le affermazioni di Genovese trovano conferma nei dati del Progetto Fitwalking di Freedom League Italia, che coinvolge centri diabetologici di tutta Italia (cfr  www.freedomleague.it).
Infatti, un recente studio su 125 pazienti di tipo 2 che hanno praticato fitwalking due-tre volte la settimana per sei mesi, seguiti da istruttori, ha dimostrato in media effetti positivi su tutti i parametri: da un calo di peso corporeo di quasi un chilo e mezzo, alla diminuzione della circonferenza di vita di 3 centrimetri, alla riduzione dei livelli glicemici (-9mg/dl la glicemia a digiuno e -0,27% la emoglobina glicata)
Conclude quindi Genovese: “Per questo noi vogliamo introdurre il fitwalking come nuova opzione terapeutica nel nostro ospedale e in prospettiva vorremmo ottenere che questo tipo di pratica rientrasse nel nomenclatore terapeutico e che fosse rimborsabile”.
Naturalmente, precisano a MultiMedica, se è vero che il fitwalking è praticamente alla portata di tutti, non essendo un esercizio potenzialmente traumatico, è però necessario che la durata e l’intensità dello sforzo siano prescritte adattandole alle caratteristiche del singolo paziente (età, peso, stato della patologia, tipo di terapia in corso eccetera) e sempre monitorate dai medici.
“L’attività fisica è importante anche nel trattamento dei pazienti con malattia cardiovascolare o con aumentato rischio -sottolinea Francesco Donatelli, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell’Irccs MultiMedica e ordinario di cardiochirurgia presso l’Università degli Studi di Milano- Inoltre, è una componente importante della riabilitazione cardiovascolare.
Diversi studi hanno dimostrato che i programmi di esercizio fisico possono ridurre in modo significativo la mortalità totale, così come la morte causata da infarto del miocardio”.

“L’attività fisica regolare -aggiunge infine Edoardo Gronda, responsabile dell’Unità operativa di cardiologia dell’Irccs MultiMedica- come camminare di buon passo per un’ora, determina in dodici settimane variazioni positive del livello di colesterolo Hdl, che aumenta, e della glicemia a digiuno, che diminuisce, come espressione del migliorato metabolismo muscolare, che è capace di eliminare le calorie in eccesso.

Anche livelli di attività più contenuti, nell’ambito dei 30 minuti, sono in grado di ridurre i valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica e di migliorare la sensibilità all’insulina da parte del tessuto muscolare, che migliora la propria efficienza metabolica”.