AGGIORNAMENTO
La piramide del mangiar sano
Benessere a Tavola
La dieta mediterranea che coniuga le tradizioni alimentari con i risultati della moderna ricerca nutrizionale, è ancora il modello migliore per prevenire sovrappeso e patologie correlate come il diabete di tipo 2
La "medicina più efficace per stare bene è la qualità della vita; e il primo passo per conseguirla è quello di scegliere una sana, equilibrata e corretta alimentazione, che insieme all'attività fisica è fondamentale per combattere molte malattie della vita moderna, incluso il diabete di tipo 2". Parola di Adolfo Arcangeli, presidente dell'Associazione medici diabetologi (Amd), intervenuto recentemente a Torino alla tavola rotonda "Quando il cibo ci ammala", svoltasi nell'ambito del Salone internazionale del gusto.
Una utile traccia per comprendere che cosa e quanto sia bene mangiare per nutrirsi in modo bilanciato e salutare è la cosiddetta piramide alimentare (ben nota ai nostri abituali lettori), che illustra graficamente i cibi di cui si deve limitare l'assunzione e, via via scendendo, quelli più liberamente consumabili. E la piramide ci dice che la dieta mediterranea, che sta alla base della cultura culinaria italiana, è ancora il regime alimentare considerato migliore.
In proposito osserva Arcangeli: "Oggi esistono specifiche piramidi di molte nazioni, che coniugano le tradizioni alimentari con le indicazioni frutto della ricerca nutrizionale. In Toscana, nella quale risiedo e opero, è stato fatto qualche cosa in più. E' stata sviluppata una 'piramide alimentare toscana', che declina in ambito regionale prodotti e abitudini per un'alimentazione corretta, in linea con la cultura e le tradizioni alimentari della regione. Ricercatori e scienziati hanno selezionato alcuni prodotti in base alle loro caratteristiche organolettiche, alla loro varietà e genuinità, alla vicinanza tra il luogo di produzione e quello di consumo, in modo da consumare cibi più freschi e più sani. Il risultato propone 70 prodotti, di cui 65 appartengono alla tradizione toscana. Frutta e verdura; cereali e derivati e olio extravergine di oliva; legumi, frutta secca, latte e yogurt; pesce e pollame; formaggi, uova e patate; infine carne, salumi e dolci; un appropriato consumo di acqua, di vino, insieme con una costante attività fisica".
L'opportunità di un ritorno alle tradizioni culturali e nutrizionali ha un fondamento storico. Spiega infatti il presidente di Amd: "Le politiche agricole e alimentari del dopoguerra, con il ricorso alle colture e all'allevamento intensivi, l'abitudine a disporre tutto l'anno di prodotti stagionali importati e trasportati da ogni punto del mondo, hanno contribuito non poco ai cambiamenti climatici, e, in un circolo vizioso, a produrre ulteriori modificazioni delle abitudini alimentari".
Il recupero delle buone abitudini a tavola permette dunque, a parere del diabetologo, di affrontare un duplice ordine di problemi: quello del mutamento delle scelte alimentari -che è spesso all'origine di sovrappeso, obesità e malattie correlate, come diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari e alcuni tumori- e quello dell'impatto ambientale.