La terapia

Per imitare il normale funzionamento del pancreas un diabetico necessita di 2, 3 o 4 iniezioni giornaliere di insulina. Gli schemi impiegati sono generalmente di tre tipi:
– 2 iniezioni di insuline ad azione rapida ed intermedia miscelate;
– 3 iniezioni di insulina rapida, una con insulina ad azione intermedia prima di cena;
–  3 iniezioni di insulina rapida ed una di insulina intermedia al momento di coricarsi.
Gli ipoglicemizzanti orali non sono consigliabili durante la gravidanza perché passano attraverso la placenta e raggiungono il feto.
 
Per prevenire l’ipoglicemia in gravidanza è importante non variare gli orari delle iniezioni di insulina e dei pasti, non aumentare le dosi prescritte di insulina, mangiare quanto previsto ad ogni pasto e mantenere costante l’attività fisica giornaliera.
Se la glicemia è inferiore a 60-70 mg/dl occorre mangiare o bere subito qualcosa: mezza tazza di succo d’arancia, di succo di mela, di una bibita gassata dolce, oppure 5 caramelle o 2 zollette di zucchero, che contengono circa 10 grammi di carboidrati.
I sintomi più lievi dell’ipoglicemia includono formicolio o assenza di sensibilità attorno alla bocca e ai polpastrelli, nervosismo, mal di testa, tachicardia, senso di fame, sudorazione e debolezza. Quelli più seri sono invece: mutamenti di comportamento come difficoltà di parola, confusione, irritabilità o stato di stupore; talora si arriva a perdita di conoscenza, convulsioni e coma. In caso di rischio di sintomi gravi è opportuno avere sempre a disposizione una fiala di glucagone.
 
Il controllo della glicemia si effettua sul sangue capillare, pungendosi il polpastrello con un apposito pungidito indolore: l’esame viene svolto utilizzando un dispositivo portatile per la lettura automatica della glicemia. Idealmente il livello di glucosio nel sangue deve rimanere entro questi valori:
– prima dei pasti = 65-90 mg/dl
– 1 h dopo i pasti = non oltre 140 mg/dl
– 2 h dopo i pasti = non oltre 120 mg/dl
 
Nel diabete insulinodipendente, la presenza di corpi chetonici nelle urine può significare il possibile sviluppo di chetoacidosi, una condizione molto seria per la madre e per il nascituro. Nel diabete non insulinodipendente e in quello gestazionale, la presenza di corpi chetonici può indicare che la dieta è povera di carboidrati o che l’orario dei pasti è inadeguato. Esistono strisce reattive in grado di rivelare i corpi chetonici ed il glucosio sulla stessa striscia.
 
Ulteriori esami utili possono essere i controlli periodici dell’emoglobina glicosilata (HbAc), in cui i valori normali assicurano che il diabete è sotto controllo.