Attualità
UN’INTERESSANTE ESPERIENZA NEGLI USA
L’angelo custode del paziente
Un programma promosso dal Centro diabetologico di Washington dimostra l’importanza dell’inquadramento istituzionale nell’assistenza dei volontari laici: con il loro aiuto le persone si curano meglio
Una esperienza che viene da Saint Louis nel Missouri valorizza il ruolo del personale volontario non medico nel migliorare l‘assistenza ai pazienti diabetici. L’iniziativa è partita dal Centro diabetologico della Università di Washington, dove, per supplire all’insufficiente copertura assistenziale garantita dal centro, sono stati arruolati volontari laici, che, dopo un periodo di intenso training, hanno svolto un programma di insegnamento e di guida per gruppi di pazienti da addestrare all’autocontrollo.
Glicemia sotto controllo
Il programma si è protratto per tre mesi con due incontri settimanali. Al termine di questo periodo, i 164 pazienti diabetici che hanno avuto accesso al programma hanno mostrato un miglioramento del loro controllo glicemico, una maggiore aderenza a un piano nutrizionale personalizzato e un miglior controllo della pressione arteriosa.
Questa esperienza rafforza ulteriormente l’importanza che, nel nostro Paese, rivestono le associazioni dei pazienti diabetici, laddove queste si impegnino nel realizzare un programma di sostegno dei propri iscritti, ma rappresenta anche una sollecitazione per le istituzioni sanitarie perché, nel quadro del sistema sanitario, si attribuisca il giusto ruolo alle organizzazioni di volontariato che svolgono questo compito.
Si tratta di un esempio da segnalare ai responsabili della sanità del nostro Paese, così ricco di energie nel campo del volontariato.
Un sistema di formazione
La premessa per il possibile impiego di volontari laici nella assistenza ai pazienti diabetici è l’offerta da parte delle Regioni di un sistema di formazione certificata, rivolto a soggetti non appartenenti all’area sanitaria, diabetici e no, per metterli in grado di esercitare, a loro volta, come nella esperienza di Saint Louis, una funzione didattica.
NOVITÀ DAGLI STATI UNITI
Un nuovo erogatore di insulina
Negli Stati Uniti è stato approvato dalla Food and drug administration, ma non è ancora in commercio nemmeno negli Usa, un nuovo sistema per la somministrazione di insulina che sembrerebbe più pratico e più agevole da usare rispetto alle classiche siringhe a penna oggi in uso. Si tratta di un piccolo dispositivo di plastica della lunghezza di 5 centimetri, largo 2,5 cm e di circa 0,5 cm di spessore, capace di aderire come un cerotto alla pelle (insulin patch pen) e di erogare insulina attraverso una sottile cannula posizionata sottocute. Il dispositivo viene utilizzato solo per l’erogazione di un analogo ad azione rapida di insulina prima dei pasti. Contiene un reservoir di 200 unità di insulina. L’erogazione di insulina avviene attraverso la pressione esercitata contemporaneamente, anche attraverso i vestiti, su due bottoni posti sui lati del dispositivo. Ciò evita il rilascio accidentale di insulina per la pressione inavvertita di un solo bottone. L’insulina viene spremuta in modo meccanico, senza l’intervento di alcun dispositivo elettronico. A ogni pressione sui bottoni corrisponde il rilascio di una o due unità di insulina, segnalato da un click. Questo nuovo dispositivo presenta il vantaggio di potersi somministrare l’insulina ai pasti senza utilizzare la penna o la siringa. Rimane ovviamente la necessità di ricorrere all’iniezione di un analogo ad azione ritardata per la ricostituzione della insulinemia basale.