Federsanità chiede – attraverso il suo documento, il Libro Bianco sul diabete – di ridefinire i modelli organizzativi, ottimizzare le diverse fasi terapeutiche per la cura del diabete e definire meglio ciò che va sotto il nome di Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta). Si legge nel documento: «coi termini “diagnostico”, “terapeutico” e “assistenziale” si intende la presa in carico totale – dalla prevenzione alla riabilitazione – del cittadino. Gli interventi sono spesso multiprofessionali e multidisciplinari e si manifestano in contesti diversi». Federsanità distingue inoltre linee guida da Pdta e parla anche di educazione della persona con diabete, attraverso attività formative e informative.
Lo scopo è quello di dare una visione globale e completa del diabete mellito e concentrarsi maggiormente sugli esiti e non sulle prestazioni. La malattia deve essere conosciuta e il paziente deve essere consapevole e considerato nella sua totalità di sintomi, problemi o successi. La conseguenza è che i risultati migliorano e si traducono in minori ospedalizzazioni, miglioramento della qualità della vita e riduzione dei costi. Questo documento vuole quindi gettare le basi e le fondamenta per rendere più concreto e reale il Piano nazionale diabete. Il Libro Bianco è stato presentato il 15 dicembre scorso al seminario “Appropriatezza e gestione integrata di una patologia: il diabete mellito”, organizzato da Federsanità Anci. Beatrice Lorenzin, nel messaggio di saluto ad apertura del seminario, ha definito il documento “le gambe” per trasformare il Piano nazionale diabete in azioni monitorate sul territorio.
Nel corso del seminario Beatrice Lorenzin ha proseguito con le sue considerazioni sul Piano nazionale: «il diabete è una malattia di alto interesse sociale, sia per l’impatto sulla vita di relazione di una persona che per le notevoli influenze sulla società, con il Piano nazionale per il diabete si è voluto dare particolare attenzione a tale condizione, potenziare l’offerta sanitaria e rinnovare i metodi, passando da un sistema basata sulla cura a uno basato sul prendersi cura. Il Piano, infatti, nasce dall’esigenza di sistematizzare a livello nazionale tutte le attività nel campo della malattia diabetica al fine di rendere più omogeneo il percorso diagnostico-terapeutico, promuovendo, contestualmente, la prevenzione primaria e centrando l’assistenza sui bisogni complessi di salute del cittadino».
Lino Del Favero, presidente di Federsanità Anci, ha commentato: «La situazione attuale fa sì che avremo meno fondi, meno sicurezze perché la crisi pone alle regioni problemi organizzativi molto forti e minore motivazione degli operatori che sono costretti al super lavoro negli ospedali». Si è inoltre parlato anche dei numeri, in Italia: Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia, commenta: «nessuno è in grado di dire quanti diabetici ci sono in Italia. E badate bene non perché non ci sono dati, ma al contrario perché ce ne sono troppi e dunque è come non averne». Infine le conclusioni sono state riservate ai pazienti, rappresentati da Emanuela Baio, già senatrice, e oggi Presidente del comitato Nazionale per i diritti della persona con diabete. Baio non solo ha apprezzato il lavoro contenuto nel Libro Bianco, ma ha anche lodato il Ssn in grado di gestire questo tipo di patologia risparmiando, ma senza togliere nessun servizio in termini di qualità assistenziale.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Quotidiano Sanità