Linee-guida dell’Oms

Linee-guida dell’Oms per i piani nazionali di prevenzione e cura del diabete

Le premesse

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma a chiare lettere, in un documento del 1991 intitolato “Linee-guida per lo sviluppo di un programma nazionale per il diabete mellito”, l’importanza dell’intervento pubblico di governi e amministrazioni per assicurare la prevenzione e la cura della patologia diabetica. Primo punto fondamentale è garantire l’educazione dei pazienti diabetici all’autocontrollo. Il documento sottolinea inoltre quanto programmi sanitari ben fatti e coordinati, che coinvolgano tutti i livelli di assistenza, siano preziosi per ridurre morbilità, invalidità, e mortalità dovute a questa patologia. L’assistenza ottimale si realizza quando il paziente può contare sin dall’inizio su un’équipe diabetologica, può ricorrere quando sia necessario all’unità operativa diabetologica e infine, nei casi più seri, al centro antidiabete. Quest’ultimo deve offrire un ampio spettro di servizi diabetologici e comprendere almeno un diabetologo-endocrinologo, due educatori professionali e molti medici specialisti esperti nelle diverse complicanze e con competenze multidisciplinari. Nel suo insieme, il sistema sarà tanto più efficace quanto più gli ambiti di assistenza saranno coordinati e comunicanti tra loro. L’Oms raccomanda ai responsabili dei vari livelli di governo il collegamento fra piani sanitari nazionali, regionali e locali e sottolinea l’importanza dell’aiuto che può venire dall’informatica.

I principi

1) Fondamentale è la prevenzione: cioè evitare quanto più possibile lo sviluppo della patologia in soggetti e gruppi a rischio. Anche per questo motivo, i piani anti-diabete dovrebbero essere integrati con quelli di prevenzione e trattamento delle altre patologie croniche correlate al diabete.
2) Un buon programma anti-diabete deve rendere più accessibili possibile i mezzi di controllo e cura della patologia.
3) Mantenere la salute e la qualità della vita dei diabetici con la cura e l’educazione dei pazienti.
4) Prevenire le complicanze e ridurre morbilità, mortalità e costi imputabili alla malattia.
5) Sostenere la ricerca.