Un’insulina intelligente, che potrebbe evitare le fastidiose e scomode procedure a cui si sottopone costantemente una persona con diabete: a crearla sono stati i ricercatori del Children’s Hospital di Bostone del MIT, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista PNAS. Come funziona questa nuova molecola? Si tratta di un’insulina modificata, Ins-PBA-F . In pratica i ricercatori hanno aggiunto un nuovo “mattoncino” all’insulina di base, proprio a una delle estremità. Questa appendice è in grado di staccarsi quando il livello di glucosio nel sangue aumenta, per esempio a seguito di un pasto, e libera così l’insulina necessaria che deve entrare in funzione proprio in quel momento. Ins-PBA-F è stata provata sperimentalmente su topi ed è stata in grado di agire in modo intelligente e autonomo fino a 14 ore dalla sua iniezione. Ma non basta: questo tipo di meccanismo è del tutto equiparabile a ciò che avviene nell’organismo in condizioni fisiologiche – quindi proprie di una persona senza diabete – ossia il controllo è avvenuto con la stessa rapidità e precisione.
Le attese verso questa nuova forma di insulina sono tante: ora si tratta di avere la conferma che i risultati ottenuti sui topi siano validi anche sull’uomo. La nuova molecola potrebbe non solo migliorare la qualità di vita di molte persone con diabete, ma evitare anche trapianti di pancreas e complicanze. Ed è utile sia per chi ha il diabete di tipo 1, sia per quella minoranza di persone con diabete 2 che devono utilizzare l’insulina.
Sono sempre di più le ricerche che mirano a terapie insuliniche intelligenti, in grado di fornire la giusta dose al momento opportuno, proprio per evitare le approssimazioni tipiche della terapia attualmente in uso, i fastidi delle misurazioni e delle iniezioni, le crisi ipo o iperglicemiche e le complicanze che ne derivano. Al momento, la scelta più “smart” è imparare a gestire correttamente il proprio diabete, con l’aiuto del diabetologo.
Eleonora M. Viganò
Fonte: La Stampa