Attualità
NUOVI STUDI SULL’OBESITÀ GIOVANILE
Lo sport batte il diabete
Secondo una ricerca americana, una regolare attività fisica si conferma un efficace strumento di prevenzione nei ragazzi in forte sovrappeso che rischiano di sviluppare il tipo 2
di Paolo Brunetti
L’obesità infantile è la premessa per la comparsa di diabete di tipo 2 fin dalla più giovane età. Uno studio comunicato lo scorso giugno al 70° Congresso della Associazione americana di diabetologia (Ada), dimostra l’efficacia dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione della insorgenza di diabete nei ragazzi obesi. Gli autori dello studio hanno arruolato ragazzi obesi di età variabile da 12 a 18 anni, suddividendoli in tre gruppi, assegnati rispettivamente a un programma di attività fisica aerobica per 180 minuti la settimana (1° gruppo), di attività di resistenza per la stessa durata (2° gruppo) o a nessuna particolare attività (3° gruppo, di controllo). A tutti i pazienti veniva raccomandato di seguire una dieta sana senza peraltro prescrivere alcun regime ipocalorico.
Il grasso si riduce
Dopo tre mesi, non si è rilevata alcuna modificazione del peso corporeo nei soggetti sottoposti ad attività fisica aerobica o a esercizi di resistenza, mentre nei soggetti di controllo si è registrato un aumento significativo di oltre 4 chili. Rispetto ai “controllati”, inoltre, i ragazzi che avevano seguito il programma di attività fisica hanno mostrato, indipendentemente dalla natura aerobica o di resistenza dell’esercizio fisico praticato, una riduzione del grasso corporeo totale, variabile dal 5 al 10%, del grasso viscerale, del 13-14%, e un miglioramento della sensibilità all’insulina del 25-35%. Come era da attendersi, è stata dimostrata una netta correlazione fra la diminuzione del grasso viscerale e l’incremento della sensibilità all’insulina.
Questi risultati incoraggiano ad affrontare il problema dell’obesità infantile e del rischio diabetogeno a essa connesso, proponendo ai ragazzi l’inclusione in programmi strutturati di attività fisica, da loro graditi, senza interferire pesantemente nelle loro abitudini dietetiche.
Attenzione alla carotide
In uno studio comparso sulla rivista Circulation vengono riportati i risultati di uno studio condotto su 182 soggetti magri, 136 obesi e 128 diabetici di tipo 2, di età compresa fra 10 e 25 anni. L’obiettivo era quello di valutare gli effetti vascolari e cardiaci dell’obesità e del diabete di tipo 2 in questa tipologia di soggetti. Dalla ricerca è emerso che lo spessore medio-intimale della carotide comune e del bulbo carotideo e la rigidità della parete arteriosa erano aumentati nei soggetti obesi e non diabetici rispetto ai magri e ancor più nei soggetti con diabete di tipo 2.
Ciò dimostra innanzitutto che questi fattori di rischio cardiovascolare sono presenti anche negli adolescenti diabetici, lasciando prevedere una precoce possibile insorgenza di eventi cardiovascolari. Inoltre, il riscontro di queste alterazioni della struttura e della funzionalità delle arterie anche nei soggetti con sola obesità, fa capire come il danno vascolare preceda l’insorgenza del diabete e sia invece riferibile, prima ancora che all’iperglicemia, alle anomalie metaboliche che accompagnano la sindrome metabolica.