Il punto
Mal di scuola
Un'indagine nazionale della FDG
Il pieno inserimento degli alunni con diabete non è ancora una realtà in tutta Italia: un sondaggio segnala difficoltà, carenze, discriminazioni, scarsa presenza delle istituzioni. Il presidente dei giovani diabetici Antonio Cabras invoca una "urgente presa di coscienza"
Proprio sull’ultimo numero di Tuttodiabete commentavamo con soddisfazione la proposta di un confronto tra parlamentari e sindacati per discutere della questione dell’assistenza ai bambini diabetici nella scuola. In attesa di sapere l’esito di questa iniziativa, veniamo a conoscenza dei risultati di una interessante ricerca condotta dalla Federazione nazionale diabete giovanile proprio sul tema “Diabete e Scuola”. E quello che ci dice questo sondaggio, condotto attraverso le associazioni provinciali della Fdg presenti in tutta Italia, è che il problema è tuttora aperto: il pieno inserimento dei bambini diabetici a scuola non è ancora un fatto pacifico e dovunque assicurato.
Come spiega il presidente della Fdg Antonio Cabras, l’indagine aveva lo scopo di accertare “le condizioni socio-assistenziali del bambino con diabete, nonché la conoscenza della patologia da parte degli operatori scolastici”. Più in particolare, si voleva rilevare il livello di adeguamento delle istituzioni (Regioni, Province, Comuni) alle direttive inerenti la predisposizione di interventi idonei all’”inserimento dei diabetici nelle attività scolastiche” (come recita la Legge 115, all’articolo 1); verificare la collaborazione tra scuola, centri di diabetologia pediatrica e associazioni di volontariato, le forme di intervento degli apparati scolastici nei confronti dello studente con diabete e le eventuali iniziative per la corretta gestione della patologia (controllo, terapia, alimentazione, sport, integrazione).
E’ stato quindi predisposto un questionario di dodici domande, distribuito in tutte le Regioni d’Italia: si sono raccolte risposte in 14 Regioni su 20. Vediamo più da vicino che cosa è emerso dal sondaggio, con le osservazioni del presidente della Fdg.
Domande e risposte
1. Le istituzioni (Regione, Asl, Comuni, Province) hanno predisposto interventi e norme strutturali in generale per il diabete nelle scuole?
In quasi l’80% dei casi la risposta alla domanda è negativa e quel 21% di risposte positive è concentrato nell’Italia settentrionale. Soltanto lì -osserva Cabras- “si attua quanto disposto dalla Legge 115/87, con la predisposizione di linee guida regionali e interventi forniti su richiesta dai servizi di diabetologia e dalle associazioni”.
2. La struttura pediatrica del vostro territorio è predisposta per interventi programmati continui nella scuola?
Circa l’86% di “no” contro un 14% di “sì”, a conferma di “quanto sia difficile programmare interventi di formazione e informazione sanitaria nelle scuole a cura delle strutture diabetologiche pediatriche”.
3. La vostra Associazione è strutturata per interventi programmati continui nella scuola?
Stesse percentuali della domanda sulle strutture pediatriche, segno anche di “una mancata programmazione autonoma delle associazioni dei diabetici”.
4. I docenti hanno programmato interventi rivolti alla conoscenza della gestione del diabete?
L’iniziativa degli insegnanti è attestata dal 21,43% delle risposte: colpisce che questa situazione sia rilevata soltanto nell’Italia del sud, dove sembra manifestarsi una particolare attenzione verso i bambini e gli adolescenti con patologia cronica.
5. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti al controllo glicemico?
In oltre l’85% dei casi la risposta è affermativa, dato “alquanto significativo perché la terapia insulinica è legata al controllo della glicemia”.
6. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti alla terapia insulinica?
Si confermano le percentuali relative alla domanda sulla glicemia, a conferma dell’esistenza di una difficoltà nell’attuare i due interventi, controllo glicemico e iniezioni di insulina.
7. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti all’alimentazione?
I problemi con la mensa scolastica sono segnalati dal 57% delle risposte. “Le maggiori difficoltà si evidenziano al Nord: questo è dovuto evidentemente al rapporto tra scuola e abitudini della collettività”.
8. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti all’attività sportiva?
Il 50%, percentuale troppo alta, risponde “sì”. Ciò significa “che la scuola non ha attività programmate per inserire nei gruppi sportivi i diabetici. Questi dovrebbero partecipare “tutti” alle attività ed essere inseriti nei gruppi sportivi”. E invece “il 50% degli alunni non trova un giusto inserimento nell’attività motoria e sportiva”.
9. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti alla socializzazione e all’integrazione?
Anche in questo caso è elevata la percentuale di risposte che mettono in luce l’esistenza di difficoltà, il 64%. D’altronde, commenta Cabras “una valutazione obiettiva è difficile poiché le tematiche di socializzazione e di integrazione costituiscono una problematica sempre più emergente nella comunità scolastica, frutto di molti disagi sociali che l’alunno porta con sé, dunque non sempre da attribuire al diabete”.
10. Avete rilevato problemi degli alunni con diabete inerenti all’apprendimento e ai risultati scolastici?
Qui si riscontra uno dei dati più incoraggianti del sondaggio, perché il 93% di chi ha risposto afferma che gli scolari diabetici se la cavano benissimo. Infatti, chiosa il presidente della Fdg, “il diabete non influisce nell’apprendimento e sui risultati scolastici”.
11. Avete rilevato in ambito scolastico, nei confronti dei diabetici, comportamenti di iperprotezione?
Nel 50% dei casi si segnala un atteggiamento iperprotettivo nei riguardi degli alunni con diabete, probabilmente per scongiurare, ed eventualmente essere pronti ad affrontare, momenti di criticità.
12. Avete rilevato problemi di discriminazione nei confronti degli alunni con diabete?
Purtroppo sia al nord sia al sud si rilevano discriminazioni. Nell’insieme, si registra un 71% di risposte affermative. Si deve convenire con Cabras che questo è “un allarme da non sottovalutare”.
Le conclusioni
Tirate le somme, secondo Cabras, considerando che “l’articolo 2 della Legge 115/87 prevede l’attuazione di norme strutturali nelle scuole di ogni ordine e grado, in coordinamento con le istituzioni, i servizi sanitari e diabetologici, dall’indagine emerge una condizione nazionale che deve portare a urgenti interventi socio-culturali e politici”, visto che “oltre il 78% delle istituzioni non ha predisposto interventi e/o norme rivolte alla scuola”.
Perciò -prosegue Cabras- “la mancanza quasi totale di interventi strutturati” e la disomogeneità delle situazioni sul territorio nazionale “portano a considerare l’urgenza di una presa di coscienza affinché la formazione e la crescita avvengano nel rispetto dei diritti e della dignità di chi, anche con una malattia cronica, può e deve avere tutte le opportunità”. Occorre quindi -conclude il suo appello il presidente della Fdg- una “azione politica per garantire lo stato di salute del bambino e del giovane con diabete nella scuola”.