McDonald’s sospende un dipendente: scambiano l’infusore per un cellulare

 

Un dipendente di McDonald è stato sospeso con l’accusa di aver utilizzato il suo telefonino durante l’orario di lavoro. Sembrerebbe una vicenda ordinaria e di poco conto se non fosse che il dipendente in questione, Marco Iossa, è affetto da diabete e non stava guardando il suo cellulare per sfizio o per prendersi una pausa.

Quello che sembrava uno smartphone era in realtà il suo microinfusore di insulina, ossia quello strumento che rilascia la molecola attraverso un tubicino e un ago inserito sotto pelle. L’iniezione avviene in risposta al variare del livello di glicemia. Come tutti i pazienti diabetici sanno, questo valore è importantissimo e per questo il dispositivo vibra e suona come uno smartphone in relazione a queste variazioni.

I colleghi di Marco sono stati solidali e hanno prontamente risposto alla ingiusta sanzione scioperando e parafrasando un noto slogan della multinazionale: “Contestato perché malato di diabete … Succede solo da McDonald’s”. La manifestazione ha coinvolto circa una ventina di lavoratori che hanno incrociato le braccia scioperando davanti allo storico fast food di piazza di Spagna. Il risultato? La giornata di sospensione per Marco Iosse è stata prontamente bloccata dalla Flaica Club Roma.

I sindacati comunque non sono soddisfatti: “la logica del profitto prima di tutto, anteposta anche alla salute, per noi è sconcertante e inaccettabile. Non ci daremo per vinti – dice il segretario provinciale Giancarlo Desiderati – La dignità del lavoro non può essere sacrificata sull’altare del guadagno. Ecco perché abbiamo già impugnato la sanzione attraverso una commissione di conciliazione e siamo in attesa dell’esito dell’arbitrato presso il ministero del Lavoro”.

Sicuramente la vicenda fa discutere sia per quanto riguarda la natura discriminatoria, sia per la mancanza di attenzione nei confronti della salute di un dipendente e infine – nel caso si sia trattato di ignoranza – per la scarsa attenzione ai problemi dei propri dipendenti e alla conoscenza del diabete, oltre alla impossibilità di fornire le opportune spiegazioni da parte del dipendente, prima di sanzionarlo.

Eleonora M. Viganò

Fonte: Meridiananotizie