Metafore per il diabete

Che cos’è la metafora? Aristotele la definisce come “il trasferimento del nome di una cosa ad un’altra cosa”. Una figura retorica, anzi, la figura retorica per eccellenza. Forse vi starete domandando se state navigando su diabete.net o su un sito di letteratura e poesia. Vi svelo un segreto: la medicina da sempre fa uso di metafore.  Le metafore infatti ci servono per comprendere meglio concetti complessi, facendo riferimento a qualcosa che conosciamo meglio, perché fa parte della nostra esperienza concreta. In questo modo siamo in grado di maneggiare le informazioni e di prendere decisioni per migliorare lo stile di vita.

Abbiamo intervistato Maria Grazia Rossi, che all’interno del progetto Healthy Reasoning Project (di cui abbiamo parlato in un precedente post), sviluppato presso il Dipartimento di Scienze linguistiche e letterature straniere, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si sta dedicando all’analisi delle metafore nel diabete di tipo II.

Qual è l’obiettivo di questa ricerca?

Parte integrante della cura del diabete di tipo II è rendere il paziente autonomo nella gestione quotidiana, coinvolgerlo attivamente e  motivarlo a un cambiamento nello stile di vita. Per questo riteniamo che gli strumenti di comunicazione, tra cui anche le metafore, siano parte integrante della terapia.

Con questo studio intendiamo valutare l’efficacia delle metafore, con l’obiettivo di offrire ai clinici strumenti comunicativi (e cognitivi) adeguati e validati (evidence-based).

Come state raccogliendo e analizzando  le metafore?

Abbiamo  analizzato le videoregistrazioni di 53 colloqui che coinvolgevano pazienti, infermieri, diabetologi e dietisti, individuando circa 230 metafore.

Le metafore però non sono tutte uguali: esistono metafore convenzionali e metafore creative. Il dietista che dice “le regalo un kilo” mentre il paziente è sulla bilancia, sta usando una metafora, ma si tratta di un’immagine talmente comune che non è nemmeno più percepita come tale.

Puoi farci qualche esempio in più, tratto dai colloqui analizzati?

Per esempio: “se i tre bracci della cura sono l’attività fisica la dieta e il farmaco, io sul farmaco sto già ad un livello molto elevato, quindi ci conviene interagire su questi due livelli. uno solo, tutti e due, un po’ di qua un po’ di là, me lo deve dire lei. come:  come pensa di riuscire ad organizzarsi

In questo caso si utilizza una metafora convenzionale: i tre bracci della cura sono l’attività fisica, la dieta e il farmaco. Braccio ha un’accezione figurata, nel senso di “ramo”; il contesto “della cura” ne restringe il campo.  Si tratta di un utilizzo molto centrato sul paziente e molto buona rispetto al tema della decisione condivisa.

Altri esempi di metafore convenzionali che abbiamo riscontrato nei colloqui delle visite diabetologiche  non sono direttamente legate al diabete. Ad esempio:

“[sul fatto che sia un brutto periodo] però se non è tragica, voglio dire, abbiamo un tunnel con una luce eh:: quindi piano piano vedrà che si rimetterà”

Per quanto riguarda l’esempio di metafora creativa:

“l’emoglobina glicata è un valore per noi molto importante. Allora diciamo che eh… la signora lo sa, gliel’abbiamo detto tante volte, ehm è come avere un fiume mm? il sangue con degli inquinanti che noi dobbiamo tenere sotto controllo. allora la glicemia nel corso della giornata mi dà in quel momento specifico, in quella fascia oraria, come sto funzionando. l’emoglobina glicata mi dice l’andamento generale del diabete.”

Parlare del diabete come di una sostanza inquinante del sangue è un esempio di metafora creativa, ed è proprio questo secondo tipo di metafora che è maggiormente efficace sul piano dell’educazione terapeutica. In questi casi creativi, molto spesso la metafora viene esplicitata in un’analogia. Infatti nel testo precedente trovate la presenza del “come”. L’analogia ha un valore argomentativo spiccato.

Con quale funzione vengono utilizzate le metafore?

Le metafore possono svolgere diversi ruoli nella comunicazione tra curante e paziente: possono servire per migliorare il rapporto, per informare e per concordare una decisione condivisa.

Nella maggioranza dei casi (65%) vengono utilizzati dagli operatori sanitari (2 infermiere, 3 dottoresse, 1 dietista). Mentre sia i pazienti (7 uomini, 8 donne) che gli operatori sanitari utilizzano le metafore soprattutto per dare informazioni.

Soltanto il 28% delle metafore che abbiamo analizzato sembrano avere un ruolo educativo.
Uno dei prossimi passi del progetto sarà quello di capire se ci sono metafore più efficaci da un punto di vista educativo.

Francesca Memini