Quanto contano i piccoli cambiamenti nello stile di vita per il benessere a lungo termine?
Moltissimo, anche se spesso si presta poca attenzione alle conseguenze di decisioni piccole e ripetute prese nella quotidianità che, nel loro insieme, hanno un impatto notevole sulla salute: questo vale anche per condizioni come il diabete di tipo 2, in cui i cambiamenti legati allo stile di vita sono fondamentali.
Uno dei principali ostacoli al cambiamento, però, è la mancanza di feedback immediati: adottare determinati comportamenti, come per esempio fare più movimento giornaliero o seguire una dieta sana, e riuscire a vedere i benefici dopo anni o addirittura decenni può far desistere le persone dal farlo. Eppure, queste scelte influenzano anche la salute a breve termine: oggi, infatti, è sempre più possibile osservare l’effetto acuto dei cambiamenti dello stile di vita sulla salute attraverso le tecnologie sanitarie mobili, che sono in grado di tenere sotto controllo numerosi parametri legati alla salute e ai comportamenti associati a determinati stili di vita, fornendo agli utenti un riscontro immediato sulle proprie azioni.
Ma quali sono gli effetti di questi feedback nel caso del diabete di tipo 2? È quanto ha indagato uno studio dell’Università di Coventry in cui i ricercatori hanno esplorato in che modo persone con predisposizione al diabete di tipo 2 reagivano ai feedback in tempo reale sulla loro attività fisica e sui livelli di glucosio, ottenuti attraverso l’uso di tecnologie sanitarie mobili.
Promuovere un cambiamento per la propria salute
Nell’ultimo decennio le tecnologie per la salute mobile (dette anche mHealth) hanno dimostrato di essere sempre più in grado di monitorare lo stato di salute e promuovere i cambiamenti nello stile di vita delle persone.
Ma cosa serve effettivamente per attuare queste modifiche comportamentali? Per incoraggiare le persone a fare cambiamenti positivi per la salute sono state sviluppate tecniche comportamentali di autogestione che aiutano a identificare gli “ingredienti attivi” che portano al successo: queste includono il feedback, la definizione degli obiettivi e l’automonitoraggio. La ricerca suggerisce che la combinazione dell’automonitoraggio con almeno un’altra tecnica di autogestione (come la definizione degli obiettivi) sia associata a un miglioramento degli effetti degli interventi di salute. Non solo: adottare l’automonitoraggio della salute e dei propri comportamenti contribuisce alla cosiddetta “prospettiva di senso”, fondamentale per la gestione delle malattie croniche come il diabete di tipo 2. In poche parole, se i feedback non sono quelli attesi, è più probabile che le persone si impegnino nei comportamenti necessari a cambiarli.
Alla luce di tutto ciò, diventa fondamentale capire in che modo le tecnologie sanitarie mobili possano avere un ruolo in questi processi, soprattutto come i feedback immediati spingano le persone a modificare i propri comportamenti, al fine di ottenere una migliore autogestione di condizioni come il diabete di tipo 2. Per fare questo, i ricercatori dell’università hanno coinvolto 26 persone con rischio da moderato ad alto di sviluppare il diabete di tipo 2 in interviste semi-strutturate sul loro coinvolgimento rispetto a un intervento di salute mHealth, che comprendeva un sistema di monitoraggio della glicemia collegato a un’app per smartphone e uno smartwatch in grado di monitorare l’attività fisica.
In particolare, il sistema di monitoraggio della glicemia mostrava feedback relativi al livello di glucosio appena misurato e agli andamenti temporali della glicemia; lo smartwatch, invece, riportava il numero di passi compiuti, rampe di scale salite, calorie spese, distanza percorsa e frequenza cardiaca, emettendo anche brevi vibrazioni tattili per ricordare a chi lo indossa di muoversi regolarmente.
I risultati
Lo studio ha rivelato che le persone hanno utilizzato, interpretato e agito in modo intuitivo in base ai feedback delle tecnologie indossabili, in alcuni casi adottando modifiche nei propri comportamenti di salute.
In particolare, osservando i dati provenienti dalle tecnologie di mHealth, i partecipanti hanno riconosciuto il legame tra i comportamenti e la fisiologia del loro corpo (“Nella mia mente, volevo capire se avrei dovuto rinunciare al cioccolato e roba del genere, ma in realtà non stava avendo un grande effetto [sulla glicemia]”; “una cosa che ho notato è che se mangio e dopo non sono attivo, il glucosio aumenta rispetto a quando mangio e porto fuori il cane, anche per dieci minuti. Sembra fare la differenza”).
Questo suggerisce, affermano gli autori, che avere accesso a feedback fisiologici come la misurazione della glicemiapuò aumentare la consapevolezza di sé e approfondire la comprensione di come funziona il proprio corpo.
Come conseguenza, diversi partecipanti hanno discusso di apportare modifiche alla loro dieta e ai livelli di attività fisica (“[Lo smartwatch] mi ha incoraggiato a camminare di più, devo ammetterlo. Continuava a ronzare chiedendomi di fare altri cinquanta passi”; “ci avevo già provato [a non mangiare biscotti] usando la mia forza di volontà, ma [il sensore del glucosio] ha reso tutto molto più semplice, perché le prove ci sono“).
Tuttavia, lo studio ha messo in evidenza anche gli ostacoli al cambiamento, come la presenza di altre malattie concomitanti, particolari norme sociali o condizioni meteorologiche avverse, oltre che la mancanza di fiducia e l’errata interpretazione dei dati provenienti dai dispositivi digitali.
In sostanza, gli autori concludono che ricevere riscontri immediati da tecnologie mHealth sul comportamento e sulla fisiologia può aumentare la consapevolezza di come le scelte di stile di vita influenzino la salute a breve termine; tuttavia, sottolineano come sia necessario integrare queste tecnologie con la formazione e il supporto educativo del personale sanitario, in modo da minimizzare gli ostacoli messi in evidenza dallo studio e ottimizzarne gli esiti.
A cura di Chiara di Lucente
Fonti:
Whelan ME, Denton F, Bourne CLA, Kingsnorth AP, Sherar LB, Orme MW, Esliger DW. A digital lifestyle behaviour change intervention for the prevention of type 2 diabetes: a qualitative study exploring intuitive engagement with real-time glucose and physical activity feedback. BMC Public Health. 2021 Jan 12;21(1):130. doi: 10.1186/s12889-020-09740-z. PMID: 33435946; PMCID: PMC7805160.