Maurizia Piras ha sempre voluto fare la nutrizionista. Qualche dubbio sul suo percorso lo ha avuto, ma alla fine, anche se in laboratorio come si trovava bene, ha voluto ritornare alle origini: il contatto con le persone, il diabete che infatti l’accompagna da quando aveva solo un anno.
Come biologa nutrizionista, con il suo account Instagram Liberi dalla dieta, informa, istruisce ed assiste le persone con diabete con post pratici ma anche motivazionali. Maurizia investe tempo e risorse in questo profilo ma “A livello emotivo mi ha dato tanto tanto tanto tanto perché incontrare persone che hanno tante storie diverse alcune un po’ più simile alla tua riempie di gioia.”
Nel tempo di una videochiamata ci ha raccontato il manifesto e le convinzioni dietro a Liberi dalla dieta.
Innanzitutto, come è nato?
“Stavo cercando un nome per la mia attività che mi identificasse davvero, e ho iniziato a riflettere. Sono consapevole che la dieta è quasi universalmente sentita come qualcosa di restrittivo e di molto rigido. Io invece sono per l’indipendenza e la libertà e volevo trasmettere tutto questo.
Il lavoro che faccio si basa non esistono cibi sbagliati o cibi giusti. Tutti questi falsi miti li volevo un po’ scardinare già dal mio nome.”
Quali sono i falsi miti più importanti da debellare?
“L’idea che esistano dei cibi che fanno ingrassare o dimagrire. Pizza, gelato…non è l’alimento che fa la differenza quanto il saper mangiare. Certo, esistono delle linee guida che vanno in qualche modo seguite per non andare completamente allo sbaraglio, ma appunto, guidano e vanno gestite in base al paziente, alle sue esigenze e ai suoi gusti.”
Insomma, al bando viene messa non solo l’esagerazione, ma anche la privazione.
Ma vale anche per il diabete?
“Assolutamente sì. In realtà chi ha il diabete fa già quello che tutti dovremmo fare: imparare a mangiare bene e con determinate abitudini. Esatto. Hai sentito bene: non sono schemi, non sono regole, sono abitudini da prendere.”
Un altro falso mito da sfatare?
“Lo dico sempre ai miei pazienti: l’alimentazione da sola non fa miracoli. Bisogna sempre associare dell’attività fisica al proprio stile di vita. Se possibile anche un percorso psicologico è sempre da valutare, soprattutto se c’è della difficoltà da parte del paziente nel riconoscere e nell’affrontare il diabete. Perché il benessere è un insieme di cose: l’alimentazione è una delle parti.”
Dell’importanza della terapia, Maurizia ne parla con ancora più passione perché l’ha vissuto in prima persona come persona diabetica da quando aveva un anno.
“Anche io ho seguito dei percorsi quando ho avuto bisogno. Uno dei primi è stato con la mia famiglia da piccola: lo psicologo ha fatto capire loro l’importanza di lasciarmi andare in gita scolastica, per vivere un’esperienza personale importante e per imparare a prendermi più cura di me da sola. È stato fondamentale. A chiunque sia in dubbio vorrei dire che non c’è niente di male a confidarsi con amici e/o con professionisti, soprattutto quando si parla di patologie croniche, non certo frivolezze.”
Un ultimo mito che Maurizia sfata è la totale negatività della condizione della persona diabetica.
“Ci sono stati tanti momenti difficile ma sono stati momenti che mi hanno fatto rendere conto delle risorse che ho. Ha tirato fuori una parte nascosta di me, quella più forte. E poi mi ha fatto conoscere persone meravigliose, da quelle della community che mi sostengono con consigli pratici agli amici che mi capiscono anche senza condividere il diabete. Lo trovo tutto molto molto bello.”
Il mito più importante da sfatare, dunque, è quello che ci fa sentire soli: perché un’intera comunità è pronta ad accogliervi, consolarvi, e supportarvi.