Si sa che il nostro parlare si sta arricchendo di vocaboli d’origine straniera dei quali, a forza di sentirli ripetere, spesso perdiamo il giusto significato. Uno di questi è il verbo monitorare. Esso significa tenere sotto controllo costante qualcosa che può modificarsi nel tempo: per cui monitorare il diabete significa sottoporlo a costanti verifiche per esser certi non soltanto che la glicemia sia ben controllata, ma anche i segni di eventuali complicanze.
Se vogliamo usare dei termini tecnici, diremo che è necessario sia attuare il monitoraggio metabolico del diabete, sia quello delle complicanze. Il monitoraggio metabolico già lo conosciamo: la base è l’autocontrollo delle urine e sopratutto del sangue secondo quelle norme che abbiamo ricordato nelle due puntate precedenti: con metodo e tecnica corretta, senza scoraggiarsi o stancarsi, registrando spesso i risultati in modo da poterli discutere con il medico.
Di recente è stata introdotta una nuova tecnica di monitoraggio glicemico, quella dell’emoglobina glicata (o glicosilata, come qualcuno continua a chiamarla). Vediamo di capire di che cosa si tratta.
Il glucosio, poco o tanto che sia, viene trasportato dal sangue dappertutto e nel sangue ci sono dei globuli che sono rossi perchè contengono una sostanza chiamata emoglobina. Poichè il glucosio presente nel sangue penetra facilmente nei globuli rossi, questo si appiccica all’emoglobina, proprio come le mosche si appiccicano alla carta moschicida: tante mosche nell’ambiente e a sera la carta è nera di mosche rimaste appiccicate; poche mosche e la carta moschicida al termine della giornata è ancora nuova o quasi. Così, tanto più glucosio c’è nel sangue, più alto sarà il livello di emoglobina, con appiccicato il glucosio, l’emoglobina glicata appunto.
L’emoglobina glicata è quindi un buon indice di controllo: se la glicemia è rimasta a livelli ottimali si avranno livelli di emoglobina glicata inferiori al 6-7%. Se invece il controllo della glicemia è stato cattivo, i suoi valori saranno superiori al 9%. Tra il 7 e il 9% si può parlare di controllo buono o discreto.
Siccome i globuli rossi dopo un certo numero di settimane si rompono e la loro emoglobina più o meno glicata viene distrutta, i livelli di emoglobina glicata rispecchiano il grado di controllo glicemico degli ultimi due mesi. Per questo la determinazione dell’emoglobina glicata deve essere fatta ogni due o tre mesi. Una buona regola potrebbe essere, pertanto, di consultare il diabetologo ogni due o tre mesi, portandogli il risultato di questo esame insieme a tanti, tanti autocontrolli della glicemia e della glicosuria.
Naturalmente ogni caso fa a se. Così la diabetica gravida dovrà consultare il diabetologo molto più di frequente recandogli i risultati di un altro esame, detto fruttosamina, che rappresenta la quantità di glucosio appiccicata alle sieroproteine del sangue. E ppoichè le sieroproteine vivono meno a lungo della emoglobina contenuta nei globuli rossi, questo esame rispecchia il grado di controllo della glicemia che è stato realizzato in un periodo più breve: quello degli ultimi dieci giorni circa. Questo esame diviene prezioso anche al di fuori della gravidanza, quando si tratta di capire se una nuova cura per il nostro diabete è stata efficace o meno. Attendere le variazione dell’emoglobina glicata, infatti, significa attendere due mesi: qualche volta non c’è tempo da perdere ed ecco che il test della frutosamina viene utile in quanto registra più rapidamente i cambiamenti della regolazione glicemica indotti dalla nuova terapia.
Non andiamoci a mani vuote
L’adulto o l’anziano, in cura con le compresse o con la sola dieta, invece potranno recarsi dal diabetologo ogni sei mesi circa, recando con se un risultato recente dell’emoglobina glicata e un libretto ricco di autocontrolli, ordinato e documentato.
Sarà sempre il nostro medico a stabilire la frequenza con cui dovremo eseguire alcuni altri esami di importanza capitale, quelli della determinazione della trigliceridemia, della colesterolemia e delle sue frazioni. Infatti quando il diabete è male controllato, questi “grassi del sangue” aumentano e ciò accresce il rischio di malattie vascolari. La normalizzazione della glicemia, invece, li riporta nella norma.
Qualche volta però, il diabete mal regolato non è la causa prima di questo aumento dei grassi del sangue in quanto, anche dopo aver normalizzato la glicemia essi non tornano alla normalità. Si tratta perciò di una situazione a se stante che richiede una terapia a parte e che il nostro medico saprà curare convenientemente.
In definitiva, quando andiamo dal nostro diabetologo, non andiamoci a mani vuote: portiamogli i risultati di alcuni esami di laboratorio e tanti autocontrolli.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle complicanze, ancora una volta sarà il nostro medico a stabilire ogni quanto tempo, come e dove dovremo fare le indagini che sono riportate nella tabella. Due cose però potremo fare di nostra iniziativa. La prima è quella di misurarci o farci misurare la pressione arteriosa almeno ogni mese. Tutti, diabetici e non, dovrebbero farlo, perchè un aumento della pressione, anche se modesto, merita sempre attenzione e particolari cure. Le farmacie sono per lo più provviste di apparecchi automatici per la determinazione della pressione arteriosa, ma il rilevare la pressione è così facile che si potrebbe anche fare il piccolo sforzo economico di acquistare un apparecchio utile per tutta la famiglia.
Il secondo consiglio è quello di osservare attentamente i piedi dopo ogni pediluvio. Mettiamoci bene alla luce, inforchiamo gli occhiali e, magari con l’aiuto di uno specchio di adatte dimensioni, guardiamoci attentamente i piedi, le dita, gli spazi tra le dita dei piedi e anche sotto i piedi: se “qualche cosa non va” interroghiamo il medico.
Sai rispondere a queste domande?
Monitoraggio del diabete mellito
Monitoraggio metabolico
Autocontrollo della glicosuria e della glicemia
Emoglobina glicata (glicosilata)
Fruttosamina
Trigliceridemia
Colesterolemia
Colesterolo HDL e LDL
Monitoraggio delle complicanze (diagnosi precoce)
Esame completo delle urine
Urocultura
Albuminuria quantitativa
Azotemia e creatininemia
Pressione arteriosa
Elettrocardiogramma
Oscillografia, pletismografia, doppler-sonografia
Visita oculistica
Esame del fondo oculare
Fluoro-retinografia
Visita neurologica
Attenta ispezione dei piedi
Sensibilità dolorifica, vibratoria e termica
Si sa che il nostro parlare si sta arricchendo di vocaboli d’origine straniera dei quali, a forza di sentirli ripetere, spesso perdiamo il giusto significato. Uno di questi è il verbo monitorare. Esso significa tenere sotto controllo costante qualcosa che può modificarsi nel tempo: per cui monitorare il diabete significa sottoporlo a costanti verifiche per esser certi non soltanto che la glicemia sia ben controllata, ma anche i segni di eventuali complicanze. Se vogliamo usare dei termini tecnici, diremo che è necessario sia attuare il monitoraggio metabolico del diabete, sia quello delle complicanze. Il monitoraggio metabolico già lo conosciamo: la base è l’autocontrollo delle urine e sopratutto del sangue secondo quelle norme che abbiamo ricordato nelle due puntate precedenti: con metodo e tecnica corretta, senza scoraggiarsi o stancarsi, registrando spesso i risultati in modo da poterli discutere con il medico. Di recente è stata introdotta una nuova tecnica di monitoraggio glicemico, quella dell’emoglobina glicata (o glicosilata, come qualcuno continua a chiamarla). Vediamo di capire di che cosa si tratta. Il glucosio, poco o tanto che sia, viene trasportato dal sangue dappertutto e nel sangue ci sono dei globuli che sono rossi perchè contengono una sostanza chiamata emoglobina. Poichè il glucosio presente nel sangue penetra facilmente nei globuli rossi, questo si appiccica all’emoglobina, proprio come le mosche si appiccicano alla carta moschicida: tante mosche nell’ambiente e a sera la carta è nera di mosche rimaste appiccicate; poche mosche e la carta moschicida al termine della giornata è ancora nuova o quasi. Così, tanto più glucosio c’è nel sangue, più alto sarà il livello di emoglobina, con appiccicato il glucosio, l’emoglobina glicata appunto. L’emoglobina glicata è quindi un buon indice di controllo: se la glicemia è rimasta a livelli ottimali si avranno livelli di emoglobina glicata inferiori al 6-7%. Se invece il controllo della glicemia è stato cattivo, i suoi valori saranno superiori al 9%. Tra il 7 e il 9% si può parlare di controllo buono o discreto. Siccome i globuli rossi dopo un certo numero di settimane si rompono e la loro emoglobina più o meno glicata viene distrutta, i livelli di emoglobina glicata rispecchiano il grado di controllo glicemico degli ultimi due mesi. Per questo la determinazione dell’emoglobina glicata deve essere fatta ogni due o tre mesi. Una buona regola potrebbe essere, pertanto, di consultare il diabetologo ogni due o tre mesi, portandogli il risultato di questo esame insieme a tanti, tanti autocontrolli della glicemia e della glicosuria. Naturalmente ogni caso fa a se. Così la diabetica gravida dovrà consultare il diabetologo molto più di frequente recandogli i risultati di un altro esame, detto fruttosamina, che rappresenta la quantità di glucosio appiccicata alle sieroproteine del sangue. E ppoichè le sieroproteine vivono meno a lungo della emoglobina contenuta nei globuli rossi, questo esame rispecchia il grado di controllo della glicemia che è stato realizzato in un periodo più breve: quello degli ultimi dieci giorni circa. Questo esame diviene prezioso anche al di fuori della gravidanza, quando si tratta di capire se una nuova cura per il nostro diabete è stata efficace o meno. Attendere le variazione dell’emoglobina glicata, infatti, significa attendere due mesi: qualche volta non c’è tempo da perdere ed ecco che il test della frutosamina viene utile in quanto registra più rapidamente i cambiamenti della regolazione glicemica indotti dalla nuova terapia. Non andiamoci a mani vuote L’adulto o l’anziano, in cura con le compresse o con la sola dieta, invece potranno recarsi dal diabetologo ogni sei mesi circa, recando con se un risultato recente dell’emoglobina glicata e un libretto ricco di autocontrolli, ordinato e documentato. Sarà sempre il nostro medico a stabilire la frequenza con cui dovremo eseguire alcuni altri esami di importanza capitale, quelli della determinazione della trigliceridemia, della colesterolemia e delle sue frazioni. Infatti quando il diabete è male controllato, questi “grassi del sangue” aumentano e ciò accresce il rischio di malattie vascolari. La normalizzazione della glicemia, invece, li riporta nella norma. Qualche volta però, il diabete mal regolato non è la causa prima di questo aumento dei grassi del sangue in quanto, anche dopo aver normalizzato la glicemia essi non tornano alla normalità. Si tratta perciò di una situazione a se stante che richiede una terapia a parte e che il nostro medico saprà curare convenientemente. In definitiva, quando andiamo dal nostro diabetologo, non andiamoci a mani vuote: portiamogli i risultati di alcuni esami di laboratorio e tanti autocontrolli. Per quanto riguarda il monitoraggio delle complicanze, ancora una volta sarà il nostro medico a stabilire ogni quanto tempo, come e dove dovremo fare le indagini che sono riportate nella . Due cose però potremo fare di nostra iniziativa. La prima è quella di misurarci o farci misurare la pressione arteriosa almeno ogni mese. Tutti, diabetici e non, dovrebbero farlo, perchè un aumento della pressione, anche se modesto, merita sempre attenzione e particolari cure. Le farmacie sono per lo più provviste di apparecchi automatici per la determinazione della pressione arteriosa, ma il rilevare la pressione è così facile che si potrebbe anche fare il piccolo sforzo economico di acquistare un apparecchio utile per tutta la famiglia. Il secondo consiglio è quello di osservare attentamente i piedi dopo ogni pediluvio. Mettiamoci bene alla luce, inforchiamo gli occhiali e, magari con l’aiuto di uno specchio di adatte dimensioni, guardiamoci attentamente i piedi, le dita, gli spazi tra le dita dei piedi e anche sotto i piedi: se “qualche cosa non va” interroghiamo il medico. Sai rispondere a queste ? Autocontrollo della glicosuria e della glicemia Emoglobina glicata (glicosilata) Fruttosamina Trigliceridemia Colesterolemia Colesterolo HDL e LDL Esame completo delle urine Urocultura Albuminuria quantitativa Azotemia e creatininemia Pressione arteriosa Elettrocardiogramma Oscillografia, pletismografia, doppler-sonografia Visita oculistica Esame del fondo oculare Fluoro-retinografia Visita neurologica Attenta ispezione dei piedi Sensibilità dolorifica, vibratoria e termica