Consumo di ferro e rischio di diabete

 

Se consumato in quantità eccessive, il ferro, elemento indispensabile dell’alimentazione, può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2.

È quanto emerso da uno studio su larga scala svolto all’Harvard Medical School di Boston e recentemente pubblicato sulla rivista Diabetes Care.

Il ferro si trova negli alimenti in due forme: il ferro eme e il ferro non eme. Il ferro eme, contenuto in carne e pesce, è legato all’emoglobina ed è più facilmente assorbibile da parte dell’organismo.

I ricercatori di Harvard hanno valutato il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in 85.000 donne, seguite in 20 anni di follow up. Il rischio di diabete è stato valutato insieme all’andamento del consumo di ferro eme. Le donne con un maggiore apporto di ferro eme avevano un rischio superiore (28%) rispetto a quelle caratterizzate da un minore consumo di ferro eme, anche considerando fattori come il peso corporeo, l’attività fisica e l’alimentazione nel suo complesso.

Il ferro non eme, presente negli alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, cereali) e meno facilmente assorbibile da parte dell’organismo, non è risultato correlato al rischio di diabete.

Anche se non è del tutto chiaro perché troppo ferro contribuisca allo sviluppo del diabete di tipo 2, il minerale è coinvolto in diversi processi che danno origine a composti reattivi, i radicali liberi dell’ossigeno.

Se presenti in eccesso, queste molecole creano uno stato di “stress ossdiativo” che, nel tempo, può danneggiare le cellule. In teoria, lo stress ossidativo potrebbe portare allo sviluppo del diabete riducendo la sensibilità delle cellule all’insulina.

L’apporto di ferro consigliato è di 18 mg al giorno per le donne in premenopausa e di 8 mg per gli uomini e le donne con più di 50 anni.

La fonte principale di ferro eme è la carne rossa. Pesce, pollo e maiale contengono un quantitativo di ferro eme minore rispetto a quello contenuto nelle carni rosse. Il ferro non eme si trova invece in fagioli, lenticchie, spinaci e cereali.

FONTE: Diabetes Care, June 2006.