Dati della fase preliminare del “Progetto sulla gestione integrata del diabete”

Presentati i dati della fase preliminare del “Progetto sulla gestione integrata del diabete” promosso dalla Regione Piemonte
I risultati della fase sperimentale del progetto promosso dalla Regione Piemonte, illustrati da Carlo B. Giorda, membro della Commissione regionale per la gestione integrata del diabete e Presidente dell’Associazione medici diabetologi (AMD).

La stretta collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti diabetologi è un’arma efficace per contrastare la pandemia di diabete, che rischia di mettere a dura prova il sistema sanitario del nostro Paese: 4 milioni gli Italiani colpiti, quasi 1 milione le persone che si stima abbiano il diabete non ancora diagnosticato, 6,5 milioni i connazionali a elevato rischio di contrarre la malattia per uno stile di vita non sano.

Il diabete o le forme di “pre-diabete” riguardano oggi 11,5 milioni di persone nel nostro Paese: il 20% della popolazione adulta.
Che l’asse medico di famiglia-diabetologo funzioni, lo testimoniano i risultati della fase sperimentale del “Progetto sulla gestione integrata del diabete” promosso dalla Regione Piemonte, illustrati da Carlo B. Giorda, membro della Commissione regionale per la gestione integrata del diabete e Presidente dell’Associazione medici diabetologi (AMD).

Due dati su tutti: nel confronto tra 2009 e 2008, la collaborazione tra medico di medicina generale e diabetologo ha prodotto una riduzione del 21,3% dei ricoveri per diabete con scompenso metabolico (codice ICD9CM 250.xx). Ciò ha comportato un risparmio del 7,9% sulla spesa per questi ricoveri, pari a circa 800mila euro in un anno.

“Un’analisi più dettagliata – ha spiegato Giorda – ha messo in evidenza come siano diminuiti i ricoveri meno necessari.
La spiegazione più probabile del fenomeno è che grazie alla collaborazione istituzionalizzata le persone con diabete scompensato, ad esempio quelle con glicemia superiore a 300 mg/dl, vengono inviate direttamente al Centro di diabetologia di riferimento, anziché al pronto soccorso.”

“Il progetto promosso e sostenuto dalla Regione Piemonte dimostra, finalmente con dati, che l’interazione tra professionisti – in questo caso, medico di medicina generale e diabetologo – e l’amministrazione pubblica è la chiave di volta per migliorare concretamente l’assistenza e dare un contributo significativo alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale,” ha sottolineato Gerardo Medea, Responsabile dell’Area metabolica SIMG.