L’ipoglicemia, in particolare, modifica nel tempo e in modo permanente l’attività di particolari regioni del cervello delle persone con diabete di tipo 1. La notizia arriva da uno studio presentato alla 75esima edizione dell’American Diabetes Association (ADA) Scientific Sessions, che si è tenuta dal 5 al 9 giugno 2015 a Boston, Stati Uniti.
La ricerca scientifica era già al corrente degli effetti negativi degli sbalzi di glicemia (ipoglicemia e iperglicemia) sulle capacità cognitive, come l’attenzione e il ragionamento, e sulla struttura della sostanza bianca e grigia del cervello. Tuttavia, non si conoscevano i meccanismi d’azione con cui la glicemia potesse alterare le cellule nervose. Michele A. O’Connell del Royal Children’s Hospital e del Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne, in Australia, leggendo questi studi ha osservato che questi cambiamenti sono acquisiti nel corso del tempo e che gli effetti degli sbalzi di glicemia sul cervello sono cumulativi, il che rende difficile comprendere le possibili cause dei danni alle cellule nervose.
Nel lavoro presentato all’ADA, O’Connel e colleghi hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che consente la valutazione non invasiva dell’attività del cervello, per esaminare in modo più approfondito ciò che si verifica nel cervello dei giovani pazienti con diabete di tipo 1 durante gli sbalzi di glicemia. I ricercatori hanno arruolato 20 adolescenti con diabete di tipo 1, con età media di 16 anni e con diabete da quasi 8 anni. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi a seconda dello sbalzo di glicemia ottenuto con la tecnica di clamp glicemico: l’infusione di insulina per circa due ore per valutare l’insorgenza di ipoglicemia o iperglicemia. I ricercatori hanno effettuato la fMRI a riposo e durante un compito di memoria di lavoro sia nel momento di glicemia normale che durante gli sbalzi di ipoglicemia o iperglicemia. L’attività delle cellule nervose è stata misurata attraverso il consumo di ossigeno nel sangue.
I risultati hanno rivelato che l’ipoglicemia è associata ad una minore attività delle cellule nervose (valori bassi di BOLD) nella corteccia temporo-parietale, che è un’area del cervello coinvolta nella memoria di lavoro. Al contrario, l’iperglicemia ha mostrato di provocare un aumento di valori di BOLD nei gangli basali e nella corteccia frontale sinistra, responsabili tra le mille funzioni delle attività di pensiero e comprensione.
“In base al progetto di studio, abbiamo scelto di porre maggiore evidenza a cosa accade alla memoria di lavoro, e di conseguenza alle regioni del cervello importanti per noi”, spiega l’autore. “Le molteplici aree in cui avviene un cambiamento significativo indicano che durante gli sbalzi di glicemia, il cervello ha bisogno di adattarsi e sembra privilegiate alcune regioni rispetto ad altre.”
Nelle persone con diabete di tipo 1, nei casi di ipoglicemia meglio porre grande attenzione per non perdere … altrettanta attenzione.
Alessandra Gilardini
Fonte: O’Connell MA et al. Abstract 379-OR: Mechanisms of Acute Dysglycemic Brain Function in T1D. Presented at: American Diabetes Association (ADA) 75th Scientific Sessions; June 5-9, 2015; Boston.