La dieta è un fattore importante nello sviluppo del diabete di tipo 2, quello resistente all’insulina. Il giusto apporto di nutrienti, come carboidrati e grassi, possono contribuire al mantenimento del corretto metabolismo del glucosio. Due diete quasi opposte in termini di rapporto di carboidrati e grassi sono la dieta occidentale e quella asiatica. La dieta occidentale scarsa di fibre e abbondante di pane, pasta e carne rappresenta un consistente apporto di carboidrati e grassi nell’organismo che rendono difficile la metabolizzazione del glucosio. La dieta asiatica tradizionale, invece, consiste nel consumo di piatti a base vegetale tra cui la frutta fresca (banana, melone, ananas), verdura a foglia verde (spinaci e cavoli), noci, semi, fagioli e alghe. Tutti questi elementi sono abbinati principalmente a uova e riso, mentre carne e pesce sono ridotti in quantità pari a piatti di contorno. Il tutto servito, preferibilmente, con del tè.
La dieta occidentale è associata al diabete di tipo 2. Alcuni dati di epidemiologia mostrano che gli americani di origine asiatica hanno un rischio del 20% circa in più di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto agli americani caucasici. E la dieta asiatica come influenza la malattia metabolica? Secondo un recente studio pubblicato su PLoS One, la dieta asiatica tradizionale è la più indicata per chi soffre di diabete di tipo 2, perché diminuisce la resistenza all’insulina che è una condizione alla base della malattia.
I ricercatori della Harvard Medical School di Boston nel Massachussets, USA, hanno condotto uno studio di 16 settimane che ha coinvolto 24 americani di razza est-asiatica e 16 americani di razza caucasica, con età media di 34 anni e una storia familiare di diabete di tipo 2 o un’altra indicazione di rischio come il diabete gestazionale. Durante le prime otto settimane, tutti i partecipanti hanno seguito una dieta asiatica tradizionale costituita per il 70% di carboidrati, per il 15% da proteine e per il 15% da grassi, per un totale di 15 g di fibre/1.000 kcal. Nelle seconde otto settimane dello studio, 33 dei partecipanti hanno modificato la dieta raddoppiando i grassi e dimezzando la quantità di fibre. Entrambe le diete sono state seguite in modo che il peso di ciascun partecipante restasse costante e che i cambiamenti del loro metabolismo non dipendessero dalle variazioni di peso.
I risultati dello studio mostrano che la dieta asiatica tradizionale fatta di fibre e pochi grassi può aiutare a spiegare la diminuzione della resistenza all’insulina, soprattutto nei partecipanti americani asiatici. Oltre a diminuire il rischio di diabete di tipo 2, la dieta asiatica tradizionale influisce su altri fattori di rischio associati, abbassando il colesterolo LDL con un beneficio per cuore e circolazione.
I ricercatori sperano di follow-up dello studio pilota con un processo più ampio che mette a confronto i risultati di una dieta tradizionale asiatica con una dieta occidentalizzata asiatico e non cercare di controllare il peso dei partecipanti.
Alessandra Gilardini
Fonte: PLoS One