Nonostante la convinzione condivisa che il trasferimento delle conoscenze possa migliorare lo stato di salute, esistono pochi dati empirici a sostegno di questa ipotesi. Questo succede perché conoscenze e comportamenti sono mal correlati.
Spesso, infatti, avere determinate informazioni sulla malattia può essere una necessità ma non è sufficiente perché la conoscenza acquisita si trasformi in un cambiamento di comportamento.
Singoli interventi, sia formativi, sia comportamentali, hanno prodotto risultati deludenti.
Secondo una ricerca pubblicata questo mese nella rivista Diabet Med, gli interventi educativi dovrebbero avere un approccio multidiscilpinare. Gli interventi più efficaci si sono, infatti, rivelati essere quelli che comprendono attività di formazione, cambiamenti nello stile di vita e sostegno psicologico e quelli focalizzati su fattori quali l’autogestione e il cosiddetto “empowerment” (ossia il coinvolgimento attivo di un paziente nella cura delle propria malattia).
Facendo leva su questi fattori, l’educazione sanitaria dovrebbe contribuire a sviluppare un atteggiamento nei confronti del diabete capace di sostenere i cambiamenti nello stile di vita necessari perché l’autocontrollo sia efficace.
FONTE: Diabet Med. 2006 May;23(5):485-501.