Concentrazioni elevate di ferritina nel sangue sono associate, in maniera indipendente, a un aumentato rischio di diabete di tipo 2 e di sindrome metabolica in età adulta.
I ricercatori dell'Università di Shangai avevano constatato, su dati raccolti principalmente in “occidente”, che esiste una stretta correlazione tra le concentrazioni di ferritina e l’obesità, gli stati infiammatori e la sindrome metabolica, fattori che contribuiscono allo sviluppo del diabete di tipo 2.
In uno studio recente, condotto sulla popolazione cinese, il team ha coinvolto 3289 persone adulte.
È stato osservato che, complessivamente, il 10,6% degli uomini e il 14,7% delle donne presentava livelli elevati di ferritina. L’anemia era presente nel 4,4% degli uomini e nel 12,6% delle donne. L’anemia da carenza di ferro è stata diagnosticata solo in tre donne e in nessun uomo.
La prevalenza di sindrome metabolica, il diabete di tipo 2 e la tolleranza del glucosio a digiuno erano, rispettivamente, del 42,3%, 13,5% e 27,1%.
Queste associazioni rimanevano significative, anche in seguito agli aggiustamenti collegati a fattori dietetici, indice di massa corporeo, marker infiammatori, presenza di adipochine, sostanze prodotte dal tessuto adiposo con azione ormonale e di regolazione degli stati infiammatori.
Si tratta di un risultato importante per comprendere i meccanismi dell’insorgenza del diabete di tipo 2: in particolare, precisano gli autori, per le popolazioni che vivono in Paesi in via di sviluppo, dove la supplementazione di ferro è spesso raccomandata nei casi di carenze.
J Clin Endocrinol Metab