Il trapianto di isole pancreatiche adeguato solo nei casi più gravi di diabete

 

Secondo un gruppo di ricercatori del National Insitutes of Health americano il trapianto di isole pancreatiche è adeguato solo nei pazienti con un diabete molto grave, resistente ad altre cure.
I medici riportano i casi di trapianti effettuati su sei pazienti, di età compresa fra i 39 e i 63 anni, con una grave forma di diabete di tipo 1, accompagnata da mancata percezione glicemica. La mancata percezione glicemica è una condizione per la quale il diabetico non avverte l'abbassamento della glicemia.
Due pazienti hanno ricevuto un'isola da un donatore e quattro ne hanno ricevute due.
Tre soggetti sono rimasti indipendenti dall'insulina per più di un anno e mezzo, anche se il controllo glicemico è peggiorato nel corso del tempo. Tre pazienti hanno smesso la terapia immunosoppressiva. I medici hanno osservato con sorpresa che la produzione di C-peptide è continuata per più di sei mesi, in due dei pazienti. Questo suggerisce che vi sia stato il ripristino di alcune funzioni delle isole pancreatiche.
Tuttavia ci sono state alcune complicanze gravi: trombosi parziale della vena porta ed emorragia intraddominale. L'immunosoppressione ha provocato due casi di neutropenia (la riduzione dei leucociti neutrofili), tre casi di riduzione di funzionalità dei reni e un caso di polmonite interstiziale.
Dati i rischi che comporta il trapianto di isole pancreatiche, dunque, i ricercatori suggeriscono che sia riservata solo ai casi di diabete estremamente gravi. Negli altri casi, è meglio usare i normali sistemi di controllo della malattia, dieta, monitoraggio dei livelli di glucosio, terapia insulinica.

Diabetes Care 2003; 26: 3288-3295.