Errori di inserimento dei codici negli strumenti di misurazione della glicemia possono portare ad errori nel dosaggio dell'insulina, che possono a loro volta causare problemi per la salute nel breve e lungo periodo.
Lo afferma uno studio recentemente presentato al sesto Annual Diabetes Technology Meeting ad Atlanta, in Georgia.
La American Diabetes Association stima che circa il 30% dei diabetici negli Stati Uniti (4,4 milioni di persone) siano insulino dipendenti. Coloro che devono assumere insulina hanno necessità di controllare la glicemia con uno strumento o "meter" che permetta di organizzare i pasti, l'esercizio fisico e il dosaggio di insulina.
La codifica è il processo tramite il quale un misuratore di glicemia viene tarato rispetto a una nuova confezione di strisce reattive. Si effettua inserendo una striscia codificata o un chip nello strumento, oppure inserendo un codice numerico. Questo passaggio è necessario per evitare risultati non corretti e una terapia inadeguata. Se la codifica non è corretta, ad esempio, la dose di insulina da assumere potrebbe essere troppo elevata e condurre all'ipoglicemia. Al contrario, dosaggi troppo bassi di insulina protratti per lungo tempo possono comportare le complicanze collegate all'iperglicemia.
Lo studio presentato ad Atlanta ha coinvolto 116 pazienti in tre centri di ricerca. I valori di glicemia dei soggetti andavano da 52 a 498 mg/dL. Dopo un periodo di digiuno, veniva assegnato un test di tolleranza a due ore dal pasto. Veniva misurato il sangue prelevato con una puntura delle dita a 0, 60 e 120 minuti, facendo uso di cinque differenti misuratori di glicemia, due dei quali con auto-codifica. Alcuni strumenti venivano deliberatamente tarati in modo non corretto rispetto alle strisce reattive utilizzate. I misuratori con auto-codifica erano sempre corretti, proprio per come sono concepiti. I valori venivano poi messi a confronto con quelli analizzati in laboratorio, per verificare l'accuratezza di misura degli strumenti.
Lo studio ha dimostrato che i misuratori di glicemia con auto-codifica, cioè quelli che sono in grado di codificare le strisce reattive inserite, danno valori più corretti di glicemia rispetto a quelli codificati manualmente. Questo comporta una diminuzione delle possibilità di errore nei dosaggi di insulina. Per i meter con auto-codifica, un errore di più o meno un'unità di insulina si aggira intorno al 35,4%, mentre un errore di più o meno due unità è intorno all'1,4%. Gli strumenti di misurazione con auto-codifica non danno errori per valori superiori alle 2 unità di insulina in più o in meno.
"Abbiamo osservato che i pazienti spesso non sanno come inserire correttamente il codice o non ne comprendono l'importanza. A volte vengono utilizzate strisce reattive scadute, a volte non viene effettuata la codifica per tutte le confezioni utilizzate." Lo afferma il dr. Steven Edelman, uno degli autori dello studio e professore di medicina all'Università di San Diego, California, oltre che fondatore dell'iniziativa "Taking Control Over Your Diabetes".
Le glicemie ottenute da strumenti non codificati correttamente mostravano un errore medio che andava da più 29% a meno 37%.
Se la codifica non era corretta, la probabilità di un errore pari a più o meno un'unità di insulina era del 49,6% per gli strumenti con errori di codifica, mentre era del 44,6% per quelli codificati correttamente. La probabilità di un errore pari a più o meno due unità di insulina era del 50%, contro l'8% dei meter codificati manualmente in modo corretto. La probabilità di un errore di più o meno tre unità di insulina era del 23% per strumenti codificati in modo inappropriato e solo dello 0,5% per quelli correttamente impostati.
Per un errore di quatto unità in più o in meno, si andava dal 2,8% per i meter non corretti allo 0,06% degli strumenti correttamente codificati.
"Questo dato è significativo perché gli studi mostrano che circa il 16% (o uno su sei) dei pazienti non effettua una corretta codifica degli strumenti rispetto alle strisce reattive in uso. È fondamentale che le persone con il diabete dipendenti dall'insulina comprendano le conseguenze della codifica non corretta degli strumenti ai quali si affidano" commentano gli autori dello studio.