Dal 12 al 16 settembre si sé svolto a Lisbona il 47° Congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD).
Rappresenta l’occasione per fare il punto sulle novità scientifiche, sui temi della prevenzione della malattia e delle sue complicanze, sugli aspetti di politica ed economia sanitaria.
Il diabete nel mondo cresce, a ritmo elevato. In Italia, è colpito da questa condizione oltre il 5% della popolazione, più di 4 milioni di connazionali se si considera anche quell’1-2% di Italiani che è diabetico senza saperlo. Di pari passo, crescono i costi. Nel 1998, il diabete pesava sulle casse dello stato per circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità. Nel 2006, a fronte di un quasi raddoppio, dal 3 al 5%, del numero di persone con diabete, si è passati a oltre 8 miliardi, circa l’8% della spesa sanitaria.
Per il 2011 previsto un costo che supererà i 10 miliardi di euro: più che raddoppiato, quindi, in meno di 15 anni.
Il diabete non è solo un problema di casa nostra. L’International Diabetes Federation, (IDF) stima che il numero di persone colpite dalla malattia nel mondo crescerà dai 171 milioni del 2000 ai 366 milioni nel 2030. Nel 2006, le Nazioni Unite lo hanno già definito, con una propria Risoluzione, un grave problema di sanità pubblica per il pianeta.
La prevenzione, attraverso stili di vita più adeguati, cioè alimentazione a ridotto apporto di grassi e zuccheri basata sui principi della dieta mediterranea e attività fisica che preveda almeno 30 minuti di camminata ogni giorno, possono fare molto per evitare non solo l’insorgenza del diabete, ma di molte altre malattie dell’era moderna.
Proprio in occasione di questo congresso EASD, l’International Diabetes Federation discuterà come recepire e implementare il nostro nuovo modello di cura su misura “made in Italy” in tutto il mondo.” Il principio della personalizzazione è semplice quanto rivoluzionario: non più cura uguale per tutti, sulla base della misurazione dell’emoglobina glicata, ma diversificata secondo i fattori di rischio individuali e la glicemia misurata nei diversi momenti della giornata.
Sono stati individuati 5 diversi profili di persona con diabete in base all’età e alla presenza o meno di complicanze. A ciascun profilo è associato uno schema di terapia, a sua volta suddiviso in sottoschemi, a seconda dei fattori di rischio presenti.
L’ultimo passaggio, quello che definisce la vera e propria terapia su misura, è basato sull’automonitoraggio della glicemia, cioè la misurazione da compiersi a casa.Chiedendo al proprio assistito di effettuarla, prima della visita di controllo, per qualche giorno in diversi momenti della giornata, prima e dopo i pasti, il diabetologo è in grado di individuare quando la glicemia tenda ad andare più facilmente fuori controllo. Questo dato, quindi, consente di intervenire con l’associazione di farmaci più adeguata e alla creazione di una cura “ad hoc”, cucita sul paziente.
fonte: www.salus.it