Negli Stati Uniti il diabete di tipo 2 è, in proporzione, più diffuso fra le persone di colore che fra quelle di pelle bianca. A determinare ciò, ci sono alcun fattori ambientali, come una dieta sbilanciata, la poca attività fisica e l'obesità. Ma i medici della University of Southern California hanno scoperto che c'è anche una componente genetica. Secondo i loro studi, infatti, i bambini di colore sono più soggetti a fattori che aumentano il rischio di sviluppare il diabete di tipo anche se non sono in soprappeso. Ad esempio, hanno una minore sensibilità all'insulina. Il diabete di tipo 2 è la forma che colpisce prevalentemente in età adulta e interessa soprattutto le persone sovrappeso.
I ricercatori californiani hanno analizzato campioni di sangue di 125 bambini e ragazzi, fra i 5 e i 16 anni, sia di origine africana che di origine europea. Nessuno aveva il diabete. In particolare, hanno osservato circa 12 marcatori genetici, legati all'origine africana.
La ricerca ha dimostrato che più marcatori genetici il bambino aveva, più aveva una diminuita sensibilità all'insulina. Ma non è stato identificato un gene specifico che predispone al diabete. I medici sottolineano che avere i marcatori genetici identificati in questo studio, non significa necessariamente essere destinati ad avere il diabete. Il diabete non è diffuso in Africa, dove l'obesità è rara.
Quindi anche se le persine di origine africana hanno un maggiore rischio di svilupparlo, i fattori principali che lo causano sono l'obesità, il poco movimento, la dieta.
Diabetes 2003; 52