Nuova teoria sul diabete 2: ci sono pochi radicali liberi

Secondo il Nobel James Watson avere pochi radicali liberi, importanti nella produzione di proteine e infiammazione, sarebbe la causa del diabete 2 e di altre malattie.

I radicali liberi sono molecole spesso definite dannose per la nostra salute. Quando vengono prodotti in quantità eccessiva, durante un’infiammazione o l’assunzione di farmaci, agiscono sulle cellule danneggiando le proteine, la membrana e il DNA. Quando le cellule in questione sono quelle del pancreas, l’azione dei radicali liberi prodotti dall’infiammazione impedisce la produzione di insulina, che regola il metabolismo del glucosio, con conseguente alterazione della glicemia e sviluppo del diabete di tipo 2.

Watson fotoIl premio Nobel per la Fisiologia o Medicina James D. Watson , co- scopritore della struttura a doppia elica del DNA, ha sviluppato una sua teoria sul diabete di tipo 2 e i radicali liberi in base ai dati riportati in letteratura dalla medicina e dalla biologia molecolare. Non mette in dubbio quello che sostiene la scienza, cioè che il pancreas nelle persone con diabete di tipo 2 è davvero infiammato. La sua teoria giudicata “non convenzionale” va a indagare sulle cause dell’infiammazione che una causa il diabete di tipo 2, che potrebbe essere una mancanza di un tipo di radicali liberi, le specie reattive dell’ossigeno o ROS, importanti nella produzione di proteine funzionanti e nei processi dell’infiammazione. Detto ciò, pone l’attenzione sull’attività fisica per aumentare la quantità di radicali liberi a fronte del rischio di diabete 2 e di altre patologie come le demenze, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.

Durante l’attività fisica, quali sono le reazioni chimiche che porterebbero alla produzione dei radicali liberi con benefici nelle persone con glicemia alta? L’attività fisica spinge l’organismo a produrre grandi quantità di molecole ossidanti, chiamate specie reattive dell’ossigeno (ROS). Tra queste, il perossido di idrogeno H2O2 interviene nella fase di produzione delle proteine, stabilizzando la forma “ripiegata” corretta per svolgere le loro funzioni. Quando non c’è abbastanza ossidazione, le proteine non si ripiegano, non possono funzionare e provocano lo stato infiammatorio che danneggia il pancreas e porta alla comparsa del diabete di tipo 2.  Quindi, tanta attività fisica porterebbe a tante reazioni di ossidazione e svolgere un effetto correttivo sulla glicemia.

La teoria che lega radicali liberi e diabete di tipo 2 è stata pubblicata in questi giorni dalla rivista The Lancet. “Abbiamo un urgente bisogno di volgere uno sguardo scientifico molto più serio e approfondito dei meccanismi attraverso i quali l’attività fisica migliora la nostra salute”, osserva Watson, aggiungendo con la prudenza che si addice a un Nobel che conosce bene il mondo scientifico “Io non sono un medico e non posso offrire consigli su come le persone dovrebbero trattare il diabete, sto avanzando una nuova idea su come il diabete di tipo 2 possa verificarsi. Ma ho anche notato che quasi ogni medico, che abbia mai conosciuto, consiglia ad ogni paziente di afre attività fisica quando sia in grado. Penso che l’attività fisica ci aiuta a produrre proteine ​​sane e funzionali. Ma abbiamo davvero bisogno di avere un po’ di ricerca di alta qualità per dimostrare questo.”

Alessandra Gilardini

  Fonte: The Lancet