Quando il diabete mette a rischio scuola e carriera futura

Soffrire di diabete di tipo 1 dall’età pediatrica potrebbe influire negativamente sul rendimento a scuola e compromettere la futura carriera lavorativa.

Uno studio svedese condotto da Sofie Persson e colleghi del Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università di Lund, a Malmö, ha valutato in rendimento a scuola di 2485 individui con diabete di tipo 1 insorto nei primi 15 anni d’età, nel periodo 1972-1978, confrontandoli con 9940 soggetti sani. I partecipanti stavano per affrontare l’ultimo anno della scuola dell’obbligo (16 anni) o della scuola secondaria superiore (19 anni). Di questi ultimi, i ricercatori hanno valutato anche lo stato lavorativo e di carriera 10 anni dopo la maturità della scuola secondaria (29 anni).

I risultati, pubblicati recentemente sulla rivista Diabetologia, hanno rivelato che l’insorgenza del diabete di tipo 1 in età pediatrica ha effetti negativi lievi, ma significativi, sul rendimento a scuola, nonché sulle opportunità di lavoro e di progressione della carriera. In particolare, gli effetti peggiori sembrano riguardare le persone con diabete insorto in età più precoce (0-4 anni) e con un grado scolastico inferiore. Nella popolazione analizzata da Persson, circa il 20% dei ragazzi diabetici e sani ha abbandonato la scuola.

Lo studio non ha analizzato i meccanismi alla base dei risultati osservati. L’associazione tra la qualità dei risultati a scuola e la presenza di una malattia cronica come il diabete può essere spiegata da diversi fattori. Nella scuola dell’obbligo e quella secondaria superiore, il tempo da dedicare alla gestione del diabete compete con quello da dedicare allo studio. Episodi di ipoglicemia minore o grave possono causare deficit di attenzione e di memoria, e avere a breve e lungo termine effetti negativi sul rendimento a scuola.

“Durante la scuola occorre prestare attenzione alle particolari esigenze dei bambini con diabete” conclude Persson, che suggerisce come “questi risultati supportano la collaborazione tra le famiglie, i medici e gli insegnanti per identificare e assistere in particolare i bambini e i ragazzi vulnerabili”.

Alessandra Gilardini

Fonte: Diabetologia