Quando l’orologio biologico indica il diabete di tipo 2

Il nucleo soprachiasmatico controlla l’orologio biologico e il metabolismo energetico. Se non funziona causa insulino-resistenza nel fegato e diabete di tipo 2. Lo dimostrerebbe uno studio pubblicato recentemente su Diabetes.

Tutti noi siamo dotati di un orologio biologico che regola i processi che avvengono nel nostro corpo durante le 24 ore giornaliere. L’alternanza di luce e buio viene percepita dai nostri occhi, che mandano l’informazione al nucleo soprachiasmatico (in inglese suprachiasmatic nucleus, SCN), un insieme di cellule nervose dell’area del cervello chiamata ipotalamo. Il SCN, attraverso la regolazione di particolari geni, invia in modo ritmico queste informazioni al sistema nervoso centrale e da lì a tutto il corpo. Questo ultimo passaggio è fondamentale perché sincronizza l’azione delle molecole che regolano il metabolismo e l’appetito come il glucosio, l’insulina, il cortisolo, la leptina, la grelina e il neuropeptide Y. Un malfunzionamento dell’orologio biologico, quindi, può essere la causa della comparsa di disturbi metabolici come il diabete di tipo 2 e l’obesità.

Claudia Coomans della Leiden University Medical Center di Leiden, nei Paesi Bassi, e colleghi hanno studiato la relazione tra orologio biologico e metabolismo energetico in topi di controllo e topi con un danno provocato al SCN. I topi sono animali che svolgono la maggior parte delle loro attività di notte, alimentazione inclusa. Nei topi con lesione del SCN, tuttavia, i ritmi dell’orologio biologico sono risultati sballati: nell’arco delle 24 ore, mangiavano di più di giorno ma continuavano a consumare più energia di notte (misurata come la quantità di ossigeno respirata dai topi nelle 24 ore di osservazione). Questo cambiamento comportamentale ha causato un aumento del 17% circa del peso nei topi con lesione del SCN, rispetto ai controlli. L’alterazione dell’orologio biologico ha portato nei topi con lesione del SCN un aumento dei grassi liberi nel sangue e una minore inibizione della produzione di glucosio rispetto ai topi di controllo (-7% rispetto a -84%), indicando la modificazione del metabolismo del glucosio e lo sviluppo di insulino-resistenza nel fegato.

Il danno del SCN che porta alla sindrome metabolica suggerisce che c’è un possibile legame tra regolazione centrale dell’orologio biologico, insulino-resistenza e  diabete di tipo 2, anche se Coomans e colleghi non escludono che il danno indotto nel SCN abbia alterato altre strutture vicine e coinvolte nella regolazione della funzione metabolica, né lo studio ha chiarito con quali meccanismi avvenga la comunicazione cervello-fegato. La ricerca continua.

Alessandra Gilardini

Fonte: Diabetes