Una dieta rigorosa e un allenamento mirato possono ridurre l'incidenza del diabete nei soggetti a rischio, anche dopo che il periodo di "consulenza" del medico e del trainer è cessato. Questi gli esiti dell'esteso follow-up di uno studio del Finnish Diabetes Prevention Study, pubblicati questa settimana su Lancet.
Circa il 50% delle persone con ridotta tolleranza al glucosio sviluppano il diabete nel corso di 10 anni se non intervengono cambiamenti drastici nello stile di vita. Nello studio del FDPS, a un gruppo di persone di mezza età, sovrappeso, con ridotta tolleranza al glucosio è stato assegnato in modo casuale un cambiamento radicale dello stile di vita, oppure l'appartenenza al gruppo di controllo. Ai soggetti che dovevano modificare lo stile di vita sono stati forniti consigli e indicazioni dettagliate per raggiungere obiettivi concreti e la modifica delle abitudini (perdita di peso; riduzione del consumo di grassi, soprattutto dei grassi saturi; aumento del consumo di fibre; attività fisica moderata per almeno una trentina di minuti al giorno). Dopo quattro anni di affiancamento, il gruppo attivo ha raggiunto un 58% di riduzione del rischio relativo di contrarre il diabete rispetto al gruppo di controllo.
Il follow-up dello studio, durato tre anni, aveva lo scopo di determinare quanto sarebbero durati i benefici dei cambiamenti nelle abitudini di vita e la conseguente riduzione del rischio dopo che il periodo di intervento attivo era terminato. Lo studio mostra che la marcata riduzione dell'incidenza del diabete può protrarsi anche dopo l'interruzione dell'intervento attivo di medici e trainer: il rischio era infatti ridotto del 36%. Questo valore era collegato al raggiungimento degli obiettivi iniziali
"Da un punto di vista della salute pubblica, esce un messaggio importante: un forte cambiamento nelle abitudini che duri anche per un periodo limitato porta a un beneficio di lungo termine nella riduzione del rischio di diabete di tipo due, nei soggetti più a rischio. Anche se non sempre questo può evitare la comparsa della malattia in tutti i soggetti, può certamente ritardarne l'esordio. Ritardare la comparsa del diabete può a sua volta avere conseguenze significative in termini di morbilità, e quindi di rapporto costi-benefici della prevenzione" affermano i ricercatori.
Fonte: Lancet