Piede diabetico: 10 consigli per prevenirlo

Buone notizie dal mondo del diabete: secondo le ultime stime, l’Italia è una delle nazioni che negli ultimi vent’anni ha migliorato di più gli indicatori di salute e gli esiti del cosiddetto “piede diabetico”. Un risultato molto positivo, merito anche dei recenti cambiamenti avvenuti a livello legislativo e organizzativo, oltre che dell’aumentata consapevolezza tra operatori e pazienti nei confronti di questa complicazione a carico degli arti inferiori.

Il cosiddetto “piede diabetico” (ulcera del piede) riguarda da vicino tantissimi italiani: si tratta di una complicazione che colpisce il 5% di chi convive col diabete (ovvero circa 300 mila italiani) e che rappresenta il 2-4% dei ricoveri per diabete, oltre a comportare un consumo di risorse pari al 25% circa dei costi totali relativi all’assistenza delle persone col diabete.

Il Piano Nazionale del Diabete 2016 e il suo recepimento a livello regionale ha favorito la creazione di una rete di assistenza integrata territorio-ospedale che sta iniziando a dare i suoi frutti, anche se c’è ancora tanta strada da fare. Infatti, come emerge dal recente congresso “Panorama Diabete”, organizzato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), nonostante un leggero miglioramento rispetto al 2016, la distribuzione degli ambulatori podologici nei Centri di Diabetologia italiani è ancora a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Si tratta comunque di numeri in crescita: un recente censimento del Gruppo di Studio della podopatia diabetica AMD-SID ha individuato 176 strutture sul territorio nazionale che si occupano del piede diabetico. Questa rete di strutture, in unione ai quasi 700 ambulatori di diabetologia presenti su tutto il territorio nazionale, rappresenta una sorta di “esercito di sorveglianza” ed intervento attivo a disposizione della popolazione.

Un approccio, quello verso il piede diabetico, che è molto cambiato negli ultimi anni. Da un’attenzione esclusiva alla riduzione del numero delle amputazioni e dall’iper-specializzazione si è passati ad un approccio più globale nei confronti delle complicanze del diabete. Una visione multidisciplinare e multiprofessionale integrata è fondamentale per condividere un progetto unico di prevenzione, diagnosi e cura del piede diabetico. Come sottolinea anche il dottor Roberto Da Ros, coordinatore del gruppo di studio SID-AMD sul piede diabetico, “il modello italiano di approccio al piede diabetico prevede la centralità del paziente, un ‘regista’ (il diabetologo), che gestisce e coordina il percorso del paziente e una rete di professionisti dove l’expertise è l’elemento fondamentale”.

Un iter che parte quindi dalla prevenzione, come promosso dalla SID, che proprio a questo scopo ha stilato un decalogo di consigli pratici per una corretta prevenzione del piede diabetico:

1) Esaminare ogni giorno i piedi, in particolare la pianta, il tallone e tra le dita. Osservare se tra le dita la pelle è macerata, biancastra, e se le unghie tendono a incarnirsi.

2) Lavare i piedi ogni giorno, con acqua tiepida e un sapone di buona qualità. Asciugarli bene con un asciugamano morbido, specialmente tra le dita. Non fare pediluvi prolungati o con sali: macerano o disidratano la pelle.

3) Dopo aver lavato i piedi, guardare se ci sono ispessimenti duri della pelle sul tallone o sui margini della pianta del piede. In questo caso, strofinare delicatamente le parti interessate con una pietra pomice naturale. Non utilizzare altre pietre o preparati abrasivi, come pure non usare callifughi per duroni e calli.

4) Dopo avere asciugato i piedi, massaggiarli con una crema idratante a base di urea, per mantenere la pelle elastica e morbida. Se, malgrado queste precauzioni, si continuano a formare ispessimenti e callosità alla pianta del piede, consultare il medico, perché potrebbe essere il segno di un cattivo appoggio del piede o di scarpe inadatte.

5) Evitare temperature troppo calde o troppo fredde e, di conseguenza, non utilizzare borse d’acqua calda o termofori. Se di notte i piedi sono freddi, indossare calze di lana. Meglio ancora, indossare calze di seta sotto le calze di lana.

6) Non camminare mai scalzi, neppure in casa o in spiaggia. Indossare scarpe comode, evitare le scarpe con punta stretta o con tacchi alti, come pure le scarpe aperte e i sandali. Indossare le scarpe nuove per brevi periodi, fino a quando non si adattano bene al piede. Ispezionare con la mano l’interno delle scarpe prima di calzarle: potrebbero esserci corpi estranei, chiodini o irregolarità della tomaia.

7) Non indossare mai le scarpe senza calze. Indossare poi calze di giusta misura, senza rammendi e, possibilmente, senza cuciture. Cambiare calze e calzini ogni giorno. Non portare giarrettiere o elastici che stringano le gambe.

8) Tagliare le unghie dritte, non troppo corte, con un tronchesino a punte arrotondate. Non usare forbici appuntite e poi, per smussare gli angoli, utilizzare una lima a punta arrotondata. Se si è in difficoltà, farsi tagliare le unghie o usare soltanto la lima. Avvertire sempre il podologo che si ha il diabete.

9) Non tagliare calli o duroni. Non forare le vesciche o le bolle con aghi. Coprire le ferite con garza sterile, da fissare poi con rete elastica o cerotto di carta. Non usare cerotti telati. Cambiare la medicazione almeno ogni giorno e osservare attentamente la lesione.

10) Non ascoltare mai i consigli di parenti, vicini o di altre persone con diabete, ma seguire sempre le istruzioni del medico, del farmacista o dell’infermiere addetto alla cura dei piedi. Ricordarsi di far sempre ispezionare i piedi a ogni visita. Chiedere consiglio per ogni iniziativa che si intende prendere per i propri piedi (prodotti, solette, plantari eccetera).