La presenza di alcuni marcatori immunologici può predire il rischio di sviluppare il diabete giovanile. In questo modo sarà possibile capire – a partire dai primi sintomi – se si tratta di diabete prima che questo sfoci nelle sue gravi conseguenze, come il coma e la morte. A scoprire questi marker sono stati i ricercatori dell’Università di Cagliari e dell’ospedale Brotzu, che hanno pubblicato uno studio su Acta Diabetologica.
«Questo tipo di diabete – spiega l’endocrinologo Andrea Loviselli, ateneo di Cagliari – non è familiare e quindi non è prevedibile la sua acuta insorgenza in bambini sino a quel momento apparentemente sani. In realtà, la malattia nasce tempo prima, ma non dà sintomi sino al momento della sua insorgenza acuta o addirittura al coma, e fino a ora non erano disponibili marcatori adatti per riconoscerla».
La ricerca ha coinvolto ottomila bambini in età scolare, dalle elementari alle medie, distribuiti sul territorio sardo (35 paesi e città). Le osservazioni e le analisi si sono protratte per oltre dieci anni così da identificare i marcatori in grado di predire il rischio di diabete giovanile. Ma non basta: i diabetologi vogliono studiare anche tutti quei fattori in grado di bloccare l’azione del sistema immunitario contro il pancreas ed è per questo che i soggetti studiati e risultati a rischio diabete sono stati sottoposti a trattamenti preventivi, capaci di ridurre il danno al pancreas e quindi ridimensionare l’insorgere del diabete. Non dimentichiamo, in questa analisi, che la Sardegna detiene un podio poco ambito: si trova al secondo posto per l’incidenza di diabete giovanile, seconda solo alla Finlandia. Il problema diabete è quindi sentito maggiormente che in altri contesti.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Sardegna Oggi