Il progetto Serena e i cani per l’allerta nel diabete

Ecco come il migliore amico dell’uomo riconosce ipo e iperglicemie e ti salva la vita.

“Il cane è il migliore amico dell’uomo, si dice. Ma io comincio a pensare che sia davvero troppo riduttivo”

Chi parla è Elisa, presidente del Progetto Serena.

Ragionevole, quindi, e comprensibile il suo punto di vista, poiché Progetto Serena significa in poche parole questo: vedere cani che tutti i giorni, letteralmente, salvano la vita di persone.

Ma partiamo dall’Inizio e l’inizio, almeno geograficamente parlando, è Verona.

Le idee spesso nascono dalla necessità. E la necessità è la seguente: avere un aiuto concreto per le persone con diabete, in grado di prevenire le crisi ipoglicemiche e iperglicemiche.

Come? Affidandosi all’olfatto finissimo dei nostri amici a quattro zampe.

Si può fare?

Sì, si può. E loro l’hanno fatto.

Roberto, operatore cinofilo con un’esperienza di oltre 23 anni alle spalle, ha inventato il protocollo – attraverso il gioco e la relazione, nessun tipo di condizionamento o imposizione sull’animale –  e ora, in Italia, ci sono cani per l’allerta nel diabete in grado di rilevare le variazioni glicemiche nel proprietario. Come è successo a Irene, 26 anni, la cui glicemia è scesa a 20, mentre dormiva. Il cane di Irene si è accorto di cosa stava succedendo. Ha cercato di svegliarla in tutti i modi e quando ha capito che non era possibile, ha svegliato i genitori di Irene, tirandoli letteralmente per le maniche, abbaiando, ringhiando e obbligandoli a scendere dal letto.

Un risultato di questo tipo si raggiunge attraverso un lavoro costante.

“Pensare di arrivarci in pochi mesi è pura utopia” spiega Elisa, “tutto e subito non esiste”.

La preparazione del cane varia dai 12 ai 18 mesi ed è necessario per instaurare la giusta relazione col padrone. Il cane è parte del contesto famigliare e di fatto necessita di un ruolo. Questo lo appaga, lo motiva, lo rende felice.

Ho avuto il piacere di venire a conoscenza di questo progetto – e delle persone che l’hanno creato – circa un anno fa. Al tempo l’obiettivo era l’intercettazione di una crisi (ipo o iperglicemica), ma Roberto già guardava avanti e mi diceva che in futuro avrebbero realizzato un dispositivo elettronico per la chiamata di soccorso, che il cane stesso sarebbe stato in grado di attivare.

A distanza di un anno il futuro è già presente. Si è lavorato sulla componentistica elettronica, sulle modalità di attivazione del dispositivo e ovviamente sull’addestramento del cane.

E si è realizzato. È già realtà. È già possibile. È già in azione. La sperimentazione è diventata metodologia.

E io credo che questa sia la cifra di questa Associazione. Persone che danno forma alle idee e lo fanno. Per davvero.

Persone in movimento, non in attesa. Quell’urgenza che leggo nel loro modo di agire è direttamente connessa all’urgenza di migliorare la vita delle persone con diabete. Che diventano, il più delle volte, amici.

Un lavoro mastodontico di centinaia di ore, ma che viene offerto in forma volontaristica, richiedendo solo il costo delle spese vive – questa è una associazione Onlus, senza finalità di lucro.

Una vera e propria vocazione, che, proprio perché fatta con le migliori intenzioni e con la migliore professionalità, crea un circolo virtuoso.

Alcuni esempi: nuove collaborazioni con Bolzano, Treviso, Gaeta, Salerno; l’affiancamento del Rotaract club; il sostegno da parte dei comuni di Bovolone e Nogara, per la realizzazione di giornate dimostrative; l’impegno nell’incentivare l’adozione dei cani che affollano i canili.

E poi è stato scritto un libro, l’ha scritto Roberto, “Un tartufo per la vita” e parla di questa incredibile esperienza, che ora non è più solo un progetto, ma la sua vita. Intensissima vita.

“Dopo un anno e mezzo come presidente dell’Associazione, posso dire che far parte di questo progetto è come stare sulle montagne russe. Si sale e si scende, molte emozioni, momenti difficili, grandi soddisfazioni” mi dice Elisa, “ma soprattutto la base di tutto – e vogliamo che sia così sempre –  è la trasparenza.”

Le cose sono molto semplici, quindi.

E trasparenti.

Andate a trovare Roberto e Elisa. Guardate come lavorano. Non sarà difficile cogliere la loro dedizione. E se avete il diabete e amate gli animali, questa è un’ottima opportunità per migliorare la vostra vita e la loro.

Patrizia Dall’Argine