Progressi

Anno 21 – n.2

Aprile-Giugno 2004

Progressi

Ci sono progressi e miglioramenti visibili nella vita di chi ha il diabete? La risposta alla domanda è, naturalmente, complessa e può variare a seconda dei punti di vista. Chi si aspetta la clamorosa svolta che porti alla cura definitiva del diabete, potrebbe essere tentato di rispondere no, che veri progressi non ve ne sono. In effetti, come ci ricorda il presidente della Sid nell’intervista che pubblichiamo in questo numero, non è il caso di attendersi la scoperta decisiva da un momento all’altro. Ma è senz’altro un importante passo avanti il fatto che oggi si possa prevenire il diabete in oltre il 40% dei casi, che il paziente lavoro dei ricercatori abbia permesso di conoscere sempre meglio i meccanismi di sviluppo della patologia e delle sue complicanze, consentendo di affinare i metodi di terapia e autocontrollo e di comprendere bene gli effetti di quelli che chiamiamo stili di vita e fattori ambientali. E se la genetica non ci dà soluzioni pronte per domani, è però un filone di ricerca che apre promettenti prospettive. Tutto questo rappresenta certamente un miglioramento, che non manca di riflettersi sulle vite concrete delle persone. Ed è un segno di progresso persino quello che si ricava dall’esperienza degli amici della Adiq, di cui spesso abbiamo parlato su Tuttodiabete, che con le loro iniziative mostrano a tutti che per i diabetici non ci sono tabù e che un’attività un tempo considerata proibita come l’alpinismo non è affatto controindicata per chi abbia il diabete. E, allora, nonostante i problemi legati alla difficoltà di tradurre sempre le conoscenze raggiunte nella pratica quotidiana, alla domanda iniziale possiamo alla fine rispondere serenamente sì.