Ricerca sul diabete: tre giovani scienziati italiani premiati al congresso EFSD

Una notizia che è al tempo stesso un motivo d’orgoglio per il mondo scientifico italiano e un decisivo passo in avanti sulla strada della ricerca sul diabete. Lo scorso 12 settembre i dottori Giuseppe Daniele (Università di Pisa), Ernesto Maddaloni (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Teresa Mezza (Università Cattolica di Roma) hanno conseguito a Lisbona il “Future Leaders Mentorship Programme for Clinical Diabetologists, prestigioso riconoscimento della European Foundation for the Study of Diabetes (EFSD). Con una riprova in più a supporto delle carriere scientifiche femminili: la Dottoressa Mezza si è distinta – seconda italiana a conseguire il premio dalla storia della sua fondazione – anche per le sue ricerche sulla plasticità delle cellule pancreatiche. Va infatti a suo favore il Rising Star Fellowship Programme, che mira a individuare giovani ricercatori promettenti e innovativi che svolgano la loro attività in Europa.

Un en plein significativo, che conferma la generazione degli scienziati italiani under 40 come una risorsa di valore inestimabile per la ricerca sul diabete e non solo.

“Il premio, estremamente competitivo e aperto a ricercatori di tutta Europa, è una riprova d’eccellenza della qualità e non autoreferenzialità della ricerca italiana. L’altissimo riconoscimento offerto a questi giovani scienziati è un nuovo fiore all’occhiello sia per la comunità diabetologica italiana, sia per la nostra associazione”. Tradisce una punta di fierezza il Prof. Giorgio Sesti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID). Una realtà, la SID, a cui i giovani premiati offrono da anni il loro contributo attivo, sia nella didattica che nei progetti orientati a mettere in rete competenze e nuove idee. Solcando nuove strade di ricerca sul diabete in un contesto come quello italiano: minato dai tagli alla ricerca e dal precariato. Questi giovani non fanno eccezione: “Sono anche loro ricercatori precari – precisa Sesti. “Parliamo di Dottori di Ricerca specializzati in endocrinologia con numerose esperienze all’estero, e nelle Università più prestigiose. Si distinguono non solo per il livello raggiunto, ma anche per il fatto che, nonostante ostacoli che tolgono aria vitale a merito e competenze, hanno scelto di tornare. E di voler lavorare in Italia. Quello di contrastare la cosiddetta “fuga dei cervelli”, è un fronte su cui la SID si batte con molta convinzione. Il futuro della scienza è in mano ai giovani”.

Il riconoscimento di Lisbona celebra quindi anche il coraggio di una scelta professionale controtendenza, e una restituzione di merito per la generazione di ricercatori con alte formazioni che questi medici rappresentano. A merito si aggiunge merito. A valore si aggiunge valore.

Aura Tiralongo