Rifugio Sapienza

Image

25 giugno: Rifugio Sapienza
“Mi sveglio di botto, nella notte un flash mi colpisce… sono Lino e soci che con Margherita stanno facendo scenette durante il controllo della glicemia.” La porta è aperta e l’aria entra come una leggera brezza fresca sull’ordine sparso che i partecipanti hanno preso sul pavimento del nostro ricovero. Un festival di russi (nel senso di gente che russa) ci accompagna tutta la notte insieme allo sgambettare di Giacomo e Francesco che scacciano la stanchezza con gli incubi notturni.
La mattina si mostra limpida e un po’ meno calda, il gruppo non è in forma smagliante, tutti accusiamo la botta di vita della giornata precedente. Camminiamo lo stesso attraversando colate e boschi, scrutando l’orizzonte, quella sottile linea continua che lontano limita il nostro sguardo. “Parto dal profilo scuro della lava, passando alternato tra il verde e il nero, verde e nero, verde e nero fino ad approdare ai tetti delle case, là a valle, e poi su di nuovo sul versante opposto giallo e arido a ricordare l’argentina. Con gli occhi colgo i colori della flora che contrastano con lo scuro della roccia, il passo stanco di Giuseppe e quello attento di Francesco. Lentamente proseguiamo…”
L’aria si riscalda e il riverbero del sole sulla roccia cuoce le suole dei nostri scarponi, camminiamo a gruppetti a una distanza di 10 o 15 m uno dall’altro, ognuno assorto nei propri discorsi, c’è chi affronta argomenti non riportabili c’è chi parla di diabete liberamente e senza tante paure, il diabetologo ascolta e solo poi interviene mettendo a disposizione di tutti la propria conoscenza. Matteo e Martino sfoderano le loro competenze parlando delle innovazioni dell’ultima ora e riportando il loro punto di vista. Il tragitto è più breve di ieri e così, tra un discorso e l’altro, tra uno scherzo e l’altro, arriviamo alla strada asfaltata, qui il pulmino ci attende con il pranzo. Finito di mangiare  ci trasferiamo al rifugio Sapienza.
La struttura sorge tra un mare di lava che ha tentato di “fagocitarlo” nel 2000, un intervento veloce e deciso della protezione civile ha evitato la distruzione. Ora a distanza di alcuni anni il rifugio è tra le strutture che il Club Alpino Italiano possiede la più accogliente d’Italia.
Arrivati al Rifugio Marco e Daniele, instancabili, se ne vanno con Lino il cineoperatore, a fare una corsa, dopo cena quattro chiacchiere e poi tutti a letto: domani ci aspetta la giornata più importante.