Esami inappropriati? Anche per il diabete alcuni sono inutili

 

In un’ottica di risparmio che non metta in discussione l’assistenza scrupolosa e corretta, la Società italiana di diabetologia (SID) ha analizzato 20 tipi e più di esami da laboratorio prescritti con facilità a chi convive con il diabete. Evitare questo spreco è utile sia alle casse dello Stato, sia alla persona che deve sottoporsi a test che non danno alcun beneficio alla pratica clinica e alla cura del diabete. La SID, quindi, dopo aver invocato la necessità di risparmio e taglio allo spreco, ha anche analizzato una per una le voci degli esami di laboratorio da scartare, indicando quelle troppo prescritte nel 2014. Il risultato è un documento che riporta appunto questo elenco, con l’intento di ridurre questi esami in futuro.

«In un momento di ristrettezze economiche com’è quello attuale – afferma il professor Enzo Bonora, Presidente della SID – la ricerca dell’appropriatezza in sanità rappresenta un capitolo importante della spending review. In quest’ottica, la Società Italiana di Diabetologia, consapevole che evitare sprechi è fondamentale per liberare risorse in campo diagnostico e terapeutico. Il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe funzionare benissimo e forse anche meglio con il Fondo Sanitario allocato per il 2016 , se tutti applicassero in ogni circostanza le ‘4 C’ indispensabili per fare bene il medico: Conoscenza, Competenza, Compassione e Coscienza. L’appropriatezza, sia nelle procedure diagnostiche che nelle scelte terapeutiche, ne sarebbe una logica conseguenza”.

Questa analisi non ha ovviamente intaccato i parametri standard necessari nel monitoraggio della malattia, né l’autocontrollo della glicemia, imprescindibile per chi deve gestire correttamente il diabete. Alcuni esempi di esami inutili? Il dosaggio dell’acido urico, degli enzimi epatici, del calcio e della vitamina D. Questi parametri possono avere senso in situazioni specifiche e circostanziate, ma non in generale in caso di diabete. Quanto si risparmierebbe? Secondo la SID la stima è di circa 50 milioni di euro: una cifra che potrebbe essere destinata a iniziative più utili per la cura del diabete. Per esempio a progetti di assistenza medica integrata con diabetologi, nutrizionisti e medici dello sport. Oppure distribuendo in modo migliore le terapie necessarie.

A oggi il diabete costa al SSN sedici miliardi di euro, ossia il 15% del Fondo Sanitario Nazionale. La spesa per terapie e visite di controllo normali e routinarie occupa una percentuale bassisima: il 10%. Il 90% invece si divide tra day hospital, ricoveri, farmaci e consulenze specifiche non ordinarie, esami di laboratorio non ordinari e procedure ambulatoriali. «La SID ritiene – sottolinea il presidente Enzo Bonora – che se tutte le società scientifiche facessero altrettanto per le aree cliniche di loro competenza si potrebbe avviare un percorso virtuoso in grado di determinare risparmi ben superiori ai 100 milioni di euro annui ipotizzati dal Ministero della Salute».

Eleonora Maria Viganò

Fonte: Quotidiano Sanità