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SNOWDIAB 2006, UN CAMPO-SCUOLA SPORTIVO PROMOSSO DA ADIQ
Fare sport e stare insieme
Sul portale Bayer il resoconto di una feconda esperienza che ha coinvolto dodici ragazzi diabetici: tre giorni sulla neve per divertirsi e stare all’aria aperta ma anche per raccontarsi e confrontarsi
Fra i tanti materiali presenti sul portale
www.diabete.net, merita di essere segnalato il resoconto di Snowdiab 2006, una bella esperienza che ha ancora una volta coniugato felicemente diabete e sport, promossa dalla Adiq (Alpinisti diabetici in quota), un’associazione che i nostri lettori ormai conoscono bene. Si è trattato di un’escursione sportivo-educativa che ha ben valorizzato la filosofia del campo-scuola, dello stare insieme per apprendere, confrontarsi e condividere.
Snowdiab si è svolta lo scorso inverno sulle montagne sopra Vicenza e ha abbinato sport aerobico e sport anaerobico, proponendo ai giovani partecipanti -dodici ragazzi fra i 13 e i 18 anni, accompagnati dagli alpinisti dell’Adiq e da un team diabetologico e pedagogico- lezioni di snowboard (sci da tavola), e camminate con racchette da neve.
Daniele Mirolo, uno degli animatori di Adiq e di Snowdiab 2006, racconta sul sito (che vi invitiamo a visitare) le tre giornate sulla neve e il loro felice esito, mettendo l’accento non soltanto sul divertimento e sul piacere della montagna e del fare sport all’aria aperta, ma anche sull’importanza psicologica e formativa dello stare insieme, che è uno dei punti di forza dell’esperienza del campo-scuola, In particolare, nei momenti in cui il gruppo non era impegnato in attività fisica e sportiva, Snowdiab ha messo in pratica, su iniziativa della pedagogista Natalia Piana e di Giannermete Romani, il metodo della narrazione autobiografica, attraverso il quale il ragazzo diabetico è invitato a raccontare a sé stesso e agli altri la propria esperienza e il proprio modo di vivere il diabete. Superate riluttanze e diffidenze, i ragazzi hanno infatti scoperto la voglia di parlare di sé stessi, di sentire le storie degli altri, di confrontarsi, di riconoscersi nell’esperienza dei loro compagni. Uno dei risultati più soddisfacenti che un campo-scuola possa raggiungere.
PIONIERI DELL’EDUCAZIONE SANITARIA GLI AMERICANI
Il primo campo ottant’anni fa
Sono stati i diabetologi statunitensi a dare il primo impulso alla nascita dei campi scuola: nell’ormai lontano 1925 nascevano infatti le prime iniziative, promosse dal celebre Elliott Proctor Joslin.fermamente convinto che il diabetico bene informato vive più a lungo, nel New England e da Leonard F, C. Wendt nel Michigan. Furono poi il diabetologo di Parigi Henri Lestradet e Francois, nel 1953, a proporre queste esperienze in Europa, mentre in Italia l’importante novità fu introdotta nei primi anni Settanta, grazie anche all’impegno di Annie Bertelli Andretta. Oggi i campi-scuola sono diffusi e promossi in tutto il mondo, e regolati da precise linee-guida, e rappresentano una risorsa fondamentale per ottenere una buona gestione del diabete e quindi una migliore qualità della vita: non soltanto perché permettono di trasmettere e consolidare le conoscenze essenziali riguardanti la patologia, ma anche perché consentono il dialogo e lo scambio di esperienze fra persone che condividono la medesima condizione.