Come in tutti per tipi di diabete, anche per quello gestazionale lo stretto autocontrollo della glicemia è fondamentale così come seguire attentamente la terapia indicata dal proprio medico.
Attraverso la pratica quotidiana dell’autocontrollo è possibile gestire il diabete riducendo al minimo rischi e complicanze sia per la madre che per il figlio.
Indipendentemente dal tipo di diabete, la condizione basilare per dare alla luce un bambino sano è avere un diabete ben controllato senza gravi complicanze.
Se il diabete viene mantenuto sotto controllo, soprattutto durante i primi mesi della gestazione, i rischi di complicanze per il nascituro si avvicinano a quelli di una gravidanza comune.
Durante la gravidanza, alcune sostanze presenti nel sangue della madre attraversano la placenta per giungere al sangue del bambino.
Se il glucosio e i corpi chetonici, ad esempio, raggiungono livelli troppo elevati, possono causare seri problemi allo sviluppo del feto. Anche ripetuti episodi di ipoglicemia possono mettere a rischio il nascituro.
Inoltre, a partire dalla 13esima settimana, il pancreas del bambino comincia a produrre insulina: se il glucosio è presente a livelli elevati nel sangue, la produzione insulinica aumenta e può determinare nel bambino un aumento ponderale eccessivo durante la gestazione (macrosomia) e il rischio di ipoglicemia alla nascita.
Per questi motivi, sarà di fondamentale importanza controllare dieta, fabbisogno insulinico, valori della glicemia, aumento poderale e sviluppo fetale durante tutta la gravidanza.
Nell’ultimo decennio sono stati effettuati enormi progressi nella conoscenza e gestione del diabete durante la gravidanza, tuttavia, rimane di fondamentale importanza l’impegno attento e costante da parte della madre diabetica nel mantenere per tutta la gravidanza un ottimale controllo metabolico.
Autocontrollo della glicemia
Una gestione efficace del diabete gestazionale richiede uno stretto controllo dei livelli di glucosio nel sangue attraverso frequenti misurazioni dei valori della glicemia.
Oggi non è più necessario recarsi presso laboratori di analisi o in ospedale per effettuare tali controlli: è possibile effettuarli direttamente a casa propria utilizzando un dispositivo portatile per la lettura automatica della glicemia.
Il controllo della glicemia si effettua sul sangue capillare, pungendosi il polpastrello con un apposito pungidito indolore. Idealmente il livello di glucosio nel sangue deve rimanere entro questi valori:
– prima dei pasti = 65-90 mg/dl
– 1 h dopo i pasti = non oltre 140 mg/dl
– 2 h dopo i pasti = non oltre 120 mg/dl
Controllo delle urine
È possibile che venga richiesto un controllo delle urine per accertare la presenza di corpi chetonici. Questa situazione si verifica quando l’organismo comincia a bruciare le proprie riserve di grasso per produrre energia; la causa può essere una dieta povera di carboidrati o l’orario dei pasti inadeguato.
Per controllare le urine si ricorre a strisce reattive in grado di rilevare la presenza di corpi chetonici e il livello di glucosio.
Il diabetologo potrebbe richiedere il controllo periodico dei valori dell’emoglobina glicata. Lo scopo di quest’esame è quello di valutare il controllo glicemico globale nei precedenti 60/90 giorni. L’emoglobina glicata misura quanto glucosio è rimasto legato all’emoglobina dei globuli rossi: i valori normali o vicini alla normalità confermano che il diabete è sotto controllo.
La terapia per il diabete gestazionale insulinodipendente
Nel caso in cui una dieta corretta e l’attività fisica non fossero sufficienti a tenere sotto controllo la glicemia, è necessaria la somministrazione di insulina.
Per imitare il normale funzionamento del pancreas un diabetico necessita di 2, 3 o 4 iniezioni giornaliere di insulina.
Gli schemi impiegati sono generalmente di tre tipi:
– 2 iniezioni di insuline ad azione rapida ed intermedia miscelate
– 3 iniezioni di insulina rapida, una con insulina ad azione intermedia prima di cena
– 3 iniezioni di insulina rapida ed una di insulina intermedia al momento di coricarsi.
È bene ricordare che gli ipoglicemizzanti orali non sono consigliabili durante la gravidanza perché passano attraverso la placenta e raggiungono il feto.
Per prevenire l’ipoglicemia in gravidanza è importante non variare gli orari delle iniezioni di insulina e dei pasti, non aumentare le dosi prescritte di insulina, mangiare quanto previsto ad ogni pasto e mantenere costante l’attività fisica giornaliera.
Se la glicemia è inferiore a 60-70 mg/dl occorre mangiare o bere subito qualcosa: mezza tazza di succo d’arancia, di succo di mela, di una bibita gassata dolce, 5 caramelle o 2 zollette di zucchero (circa 10 grammi di carboidrati).
I sintomi più lievi dell’ipoglicemia includono formicolio o assenza di sensibilità attorno alla bocca e ai polpastrelli, nervosismo, mal di testa, tachicardia, senso di fame, sudorazione e debolezza.
Quelli più seri sono invece: mutamenti di comportamento come difficoltà di parola, confusione, irritabilità o stato di stupore; talora si arriva a perdita di conoscenza, convulsioni e coma.
In caso di rischio di sintomi gravi è opportuno avere sempre a disposizione una fiala di glucagone.