Trent’anni di Amd

Anno 22 – n.2

Aprile-Giugno 2005

A GENOVA DAL 18 AL 21 MAGGIO LE ASSISE NAZIONALI

Trent’anni di Amd

L’Associazione medici diabetologi celebra con il suo quindicesimo congresso un anniversario importante: tre decenni di attività e di progressiva crescita. E lo fa con un appuntamento ricco di temi importanti e di respiro internazionale

Genova, fresca capitale europea della cultura nel 2004, ospita quest’anno un importante appuntamento scientifico, il congresso nazionale dell’Associazione medici diabetologi, in programma al Centro congressi Magazzini del Cotone dal 18 al 21 maggio. E’ la quindicesima volta, dalla sua fondazione, nel 1974, che la Amd celebra le proprie assise biennali: è quindi anche la celebrazione del trentennale di un’organizzazione il cui peso e la cui attività sono progressivamente aumentati nel corso degli anni, facendone una voce sempre più autorevole nell’ambito del vasto pianeta-diabete.
Il tema che accomuna i lavori di quest’anno è “Lo sviluppo della diabetologia italiana nell’assistenza e nella ricerca clinica”, ma, a dimostrazione della crescente importanza acquisita dalla Amd, quello di Genova, come già era accaduto due anni fa a Catania, non sarà un congresso esclusivamente italiano. Spiega infatti il presidente dei diabetologi Giacomo Vespasiani nel presentare l’evento: “Questo quindicesimo Congresso della Amd promette di essere un appuntamento di alto livello, sia nel campo della ricerca clinica applicata in diabetologia, sia nel campo della costante e appassionata tensione verso un miglioramento dei sistemi di assistenza al cittadino affetto da malattie del metabolismo, da sempre tema fondamentale e istituzionale della società. Amd sta diventando, in questo campo, un punto di riferimento internazionale: al congresso parteciperanno infatti rappresentanti ufficiali dell’American diabetes association e dell’International diabetes federation, ospiti a Genova per confrontarsi e discutere sui possibili nuovi orizzonti dell’organizzazione sanitaria mondiale”. Il convegno vedrà quindi impegnati relatori italiani e stranieri, darà la possibilità ai ricercatori di presentare i loro lavori originali, e permetterà di inquadrare la diabetologia italiana in uno scenario di più ampio respiro internazionale.
I vari workshop in programma vedranno la partecipazione delle altre società cointeressate alla gestione e cura del diabete, che con i diabetologi hanno rapporti di scambio e collaborazione sempre più stretti: Anmco (l’Associazione dei medici cardiologi ospedalieri), Simg e Fimmmg (rappresentanti dei medici di medicina generale), Osdi (l’organizzazione degli infermieri diabetologici).
A fare gli onori di casa, come presidente del congresso, è Marco Comaschi, primario all’Ospedale La Colletta di Arenzano, attualmente direttore del Centro studi e ricerche dell’Associazione.
Fra i protagonisti dell’incontro merita di essere nominato anche Diabete Italia, sotto la cui egida si svolge una sessione plenaria dedicata ai nuovi target terapeutici nel trattamento del paziente diabetico. Diabete Italia è -sono ancora parole di Vespasiani- “la giovane struttura che ci vede impegnati, oggi con Sid e nel prossimo futuro con le associazioni di volontariato, nell’intento di parlare con una sola voce, di stimolare ricerca, attenzione e prevenzione nei riguardi delle persone affette da diabete mellito”.
Proprio alla Ada (American diabetes association), l’importante organizzazione statunitense, ospite del convegno di Genova nella giornata di giovedì, si ispira questo progetto voluto da Amd e Sid (Società italiana di diabetologia), come diceva Marco Comaschi in una recente intervista al nostro giornale: “Abbiamo fondato Diabete Italia proprio per aprirlo alla partecipazione e alla collaborazione con le altre associazioni, in particolare con quelle dei pazienti, e con tutte le entità interessate, coinvolgendo anche le Regioni. Sarebbe un buon risultato, se in prospettiva si potesse arrivare a qualcosa di simile alla Ada o alla Diabetes U.K.. Se si riuscisse a mettersi veramente tutti insieme, si acquisirebbe ben altra forza nei confronti delle istituzioni”.
E proprio la sessione plenaria congiunta fra Amd, Ada e International diabete federation suscita particolare interesse perché affronta il problema di quale sia il modello sanitario preferibile per garantire la migliore assistenza al paziente diabetico e lo esamina da un punto di vista internazionale: si parlerà infatti dell’aumento generale della diffusione della condizione diabetica e di esperienze nazionali come quella irlandese o quella statunitense, oltre che del caso italiano. Il problema del “che fare” per combattere il diabete è posto come questione mondiale, come è giusto nel caso di una condizione che si va espandendo progressivamente in tutto il pianeta. Proprio il nostro Paese, però, come ha sempre sostenuto la Amd, rappresenta un esempio molto significativo di efficace rete di assistenza (pur con differenze rilevanti fra zona e zona) e di validi modelli teorici di organizzazione (basti pensare al concetto di team diabetologico su cui proprio l’Associazione dei diabetologi ha molto lavorato e che sarà oggetto di una specifica tavola rotonda).
Oggi sulla diabetologia italiana gravano le incognite di una politica sanitaria che tende ai tagli e alla lesina e i dubbi su una prospettiva federalista che rischia di accentuare il divario fra una regione e l’altra. La via italiana della distribuzione capillare di centri diabetologici può essere però un modello da imitare per l’Europa e persino per gli Usa, dove, se è vero che la ricerca è eccellente, il sistema sanitario non copre adeguatamente le esigenze assistenziali di tutta la popolazione e non ha neppure il pregio di essere poco oneroso economicamente (e ciò vale naturalmente anche per il diabete). Infatti, il maggior numero di centri specialistici fa sì che mediamente i diabetici italiani siano seguiti di più e meglio rispetto ai pazienti di Paesi comparabili al nostro. Questo naturalmente non toglie che l’assistenza in Italia possa e debba essere ulteriormente migliorata, per esempio rafforzando il rapporto di integrazione fra specialista e medico di famiglia, uno dei principali obiettivi della Amd e non per caso, quindi, tema di un’altra tavola rotonda in programma.
Scorrendo il calendario dei lavori, si nota che tutte le principali tematiche oggi d’attualità sono in agenda: dalla promozione dell’informatica da accessorio a elemento fondamentale per una migliore assistenza alle moderne tecniche diagnostiche; dalle strategie di cura e prevenzione delle complicanze (piede diabetico, danno renale, malattia cardiovascolare eccetera) all’importanza cruciale del monitoraggio costante e del buon compenso glicemico; dai nuovi farmaci per la terapia delle patologie metaboliche (endocannabinoidi, insulina per via inalatoria, nuovi analoghi) al nuovo approccio farmacologico nella prevenzione (tema della lettura magistrale del professor Hertzel Gerstein, dal Canada)
Per una Associazione che fin dagli inizi si è sempre impegnata nella preparazione e formazione degli operatori (oltre che del paziente), non poteva mancare infine, anche a Genova 2005, il corso di aggiornamento per gli infermieri dei servizi di diabetologia (tema di quest’anno il piede diabetico).
Con il Congresso genovese si conclude anche il mandato del presidente in carica: a Giacomo Vespasiani succederà dunque Umberto Valentini di Brescia, attuale vicepresidente della Amd.