Attualità
TROPPI SBALZI METTONO A RISCHIO I RENI
Quei valori ballerini
Nel diabete di tipo 1, frequenti e brusche oscillazioni della glicemia aumentano le probabilità di sviluppare una nefropatia
Lo studio Finnish Diabetic Nephropathy (FinnDiane) è uno studio osservazionale, multicentrico, che si propone di valutare i fattori di rischio genetici, clinici, biochimici e ambientali che condizionano l’insorgenza delle complicanze croniche, nei diabetici di tipo 1, con particolare riguardo alla nefropatia diabetica. Nel numero di novembre 2009 della rivista Diabetes, Wadén J. e collaboratori hanno esaminato il ruolo della variabilità nel tempo dei valori di emoglobina glicata (HbA1c) nella genesi della nefropatia diabetica e delle complicanze cardiovascolari.
Lo studio è stato condotto su un’ampia coorte di diabetici di tipo 1 (2107 pazienti) che, durante un periodo di osservazione medio di 5,7 anni, sono stati sottoposti a un periodico controllo della HbA1c, con una frequenza media di 2,3 determinazioni ogni anno. Come era da attendersi, l’incidenza della nefropatia, nei suoi diversi stadi (microalbuminuria, proteinuria clinica, insufficienza renale), ha mostrato una stretta correlazione con il valore medio della HbA1c, confermando la stretta dipendenza delle complicanze microvascolari dal grado di controllo metabolico. La stessa correlazione non è stata invece dimostrata per quel che concerne gli eventi cardiovascolari, come infarto del miocardio, ictus, amputazioni o interventi di rivascolarizzazione coronarica o degli arti inferiori.
E’ stato invece documentato che sia la comparsa (o il progredire) della nefropatia sia l’insorgenza delle complicanze cardiovascolari dipendono dalla variabilità nel tempo mostrata, nei singoli pazienti, dai valori di HbA1c. Poiché la HbA1c esprime il valore medio della glicemia delle ultime 8-10 settimane, i risultati dello studio FinnDiane ci dicono che, nella conduzione della terapia, dobbiamo tener conto non solo del valore medio della glicemia, ma anche della entità delle sue oscillazioni, poiché questa contribuisce alla genesi delle complicanze micro e macrovascolari. Gli autori suggeriscono che la variabilità della glicemia esercita questo effetto creando uno stress ossidativo nella parete vasale e/o inducendo l’espressione di fattori di crescita come l’IGF-1 o il fattore di crescita vascolare endoteliale (Vegf). (P.B.)