L’attività dell’organismo segue il ritmo circadiano, scandito dal susseguirsi di luce-buio e dalle abitudini alimentari che si ripetono ogni 24 ore circa. Per restare a tempo col ritmo, il nostro corpo si è dotato di orologi interni che regolano le diverse attività, come l’orologio del cervello che regola il ciclo sonno-veglia in base alla luce e l’orologio del fegato che controlla i livelli di glicemia ed è influenzato dall’alimentazione.
Ma c’è chi il ritmo lo stravolge, come i turnisti, ed il coordinamento tra ritmo circadiano e orologio diventa difficile. Numerosi studi, infatti, hanno trovato che i turnisti hanno un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2 e altre malattie metaboliche (vedi: Turni di notte, può aumentare il rischio di diabete di tipo 2). Un gruppo di ricercatori dell’Università di Salt Lake City nello Utah, USA, ha ipotizzato che l’aumento di questi rischi sia dovuto ad un disturbo dell’orologio circadiano del fegato e ha trovato che il ferro è l’ingranaggio guasto alla base del rischio di diabete di tipo 2.
Nel lavoro pubblicato su Diabetes, Donald McClain e Judith A. Simcox hanno identificato le molecole coinvolte nell’impostazione dell’orologio circadiano del fegato. Gli autori hanno aggiunto del alla dieta naturale dei topi e hanno osservato un aumento della concentrazione cellulare dell’eme, un composto del ferro presente nella molecola dell’emoglobina e incaricato del di ossigeno nel sangue. L’eme si lega a una proteina-circadiana, che di risposta aumenta lo stimolo di controllo della glicemia da parte del fegato. Durante il turno di notte, tuttavia, l’orologio circadiano è fuori sincrono e si può assistere ad un aumento anomalo dei livelli di glucosio.
“L’orologio circadiano del fegato è impostato sull’assunzione di cibo e il ferro è come la manopola che imposta la sincronizzazione dell’orologio”, sottolineano gli autori dello studio. “Quando un turnista mangia cibi ricchi di ferro durante la notte potrebbe esacerbare la mancanza di sincronizzazione tra l’orologio nel fegato e quello principale nel cervello”.
Alessandra Gilardini
Fonte: Diabetes