Attualità
Troppo pesanti le bevande light
Attenzione alle facili illusioni
Vari studi dimostrano che il consumo di bibite addolcite con edulcoranti artificiali non riduce ma anzi aumenta il rischio di sviluppare sindrome metabolica e diabete di tipo 2. Cause difficili da individuare, ma, nel dubbio, si consiglia prudenza
Un recente articolo pubblicato on line, lo scorso gennaio, su “Diabetes Care” (Nettletone JA et al. Diet soda intake and risk of incident metabolic sindrome and type 2 diabetes in the Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis) richiama l’attenzione sulla pericolosità delle bevande addolcite con dolcificanti artificiali e quindi prive di zucchero, di grande diffusione specialmente fra i giovani. Orbene, contrariamente alle attese, il consumo giornaliero di una o più lattine di una bevanda “light” comporta un aumento del rischio di sviluppare la sindrome metabolica del 36% e un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 67%. Lo studio si basa sul rilevamento dei dati di base, nel periodo 2000-2002, e sulla valutazione di confronto eseguita durante il follow-up, a tre riprese, negli anni 2002-03, 2004-05 e 2005-07. Le componenti della sindrome metabolica che sono risultate significativamente modificate durante il follow-up sono la misura della circonferenza della vita e il valore della glicemia a digiuno. In armonia con questi dati, vi è l’aumento ancor più consistente (del 67%) del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Questi risultati, derivati dal Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (Mesa) vengono a confermare dati precedenti originati dal Framingham study e dallo Atherosclerosis Risk in Communities (Aric) study e possono essere giudicati perciò assai attendibili. Infatti, secondo lo studio di Framingham, il rischio di sviluppare una sindrome metabolica è superiore di quasi due volte, nei soggetti che consumano almeno una porzione giornaliera di una bevanda senza zucchero, mentre, sorprendentemente ciò non si verifica, in chi usa bevande normalmente zuccherate. Anche secondo lo studio Aric, al terzile più alto di consumo di bevande arricchite di dolcificanti artificiali, corrisponde, rispetto al primo terzile, un aumento del rischio del 34%.
Poiché l’apporto di calorie con le bevande light è sostanzialmente nullo, l’interpretazione di questi dati, peraltro inoppugnabili, non è facile. Si ritiene al proposito che l’assunzione di bevande arricchite di dolcificanti artificiali aumenti il desiderio e quindi l’introduzione di alimenti dolci, ricchi di zucchero e di calorie o che, invece, il consumo di bevande light sia semplicemente il “marker” di abitudini di vita non corrette, caratterizzate da un eccesso di alimentazione e di sedentarietà e dal consumo di cibi non sani. In alternativa, è possibile ipotizzare un effetto diretto dei singoli dolcificanti artificiali, peraltro non provato, su specifici aspetti metabolici.
Qualunque sia l’interpretazione da dare a queste osservazioni, è ragionevole concludere che è preferibile usare, sia pure con moderazione, bevande normalmente zuccherate, piuttosto che ricorrere a un uso eccessivo di quelle “light”, nella suggestione illusoria, alimentato dalla pubblicità, che le bevande prive di zucchero siano esenti da ogni rischio. (P.B.)