Che dormire sia un toccasana per la salute è cosa nota. Non solo in termini di ore di sonno è importante, ma anche dormire negli orari corretti, cioè di notte, rispettando il ritmo biologico sonno-veglia del nostro corpo. E quando ciò non è possibile, ad esempio in chi lavora su turni notturni, il corpo ne risente. Uno studio condotto dal Brigham and Women’s Hospital, negli Stati Uniti, ha infatti messo in luce un maggiore rischio di manifestare diabete di tipo 2 e sovrappeso in individui sottoposti a gravi privazioni di sonno.
I volontari coinvolti nella ricerca scientifica sono stati sottoposti a variazioni del loro ritmo circadiano, cioè lo stato di sonno-veglia regola l’adattamento del nostro corpo, tramite la produzione di differenti ormoni, alle ore solari e notturne facendoci essere fisiologicamente più attivi di giorno rispetto che di notte. L’estensione della durata del giorno a 28 ore, invece che 24, ha prodotto nei partecipanti un effetto simile a un costante jet lag, che ha posto l’organismo sotto stress: sono stati, infatti, registrati dei significativi aumenti di zuccheri nel sangue nelle ore immediatamente successive ai pasti, dovuti a una minore produzione di insulina.
Dormire poco e a orari ‘sballati’, secondo i ricercatori, instaurerebbe le condizioni per una sorta di pre-diabete e aumenterebbe di molto la probabilità di soffrire di disturbi metabolici se protratto per lungo tempo.
Cinzia Pozzi
18 aprile 2012 [FONTE: BBC]